Veri e propri atti di sabotaggio. Sarebbe questa la causa del mal funzionamento del villaggio olimpico di Rio de Janeiro. La denuncia arriva dalle autorità brasiliane attraverso le pagine del quotidiano nazionale O’Globo. Alcuni operai, scontenti per i mancati pagamenti, avrebbero abbandonato all’interno delle stanze del complesso di nuova costruzione blocchi di cemento e commesso furti nelle stanze degli atleti.
A meno di due giorni dal via dei Giochi, i ritardi nel completamento e nella messa in sicurezza delle strutture che ospitano gli atleti di tutto il mondo, si somma ai numerosi problemi che preoccupano l’organizzazione olimpica. Le prime conseguenze sono già arrivate: una multa di 90.000 euro al Comitato per aver utilizzato nei lavori operai senza contratto, con turni massacranti di 23 ore al giorno, nel tentativo di stringere i tempi per il compimento delle strutture. Ma gli effetti di questo lavoro di riparazione sono evidenti. Pochi giorni fa un principio d’incendio causato da un mozzicone buttato in un cestino ha provocato l’evacuazione dell’ala destinata alla delegazione australiana. La squadra di ciclismo degli stessi canguri è poi stata vittima di furti delle polo da gara (un particolare modello a maniche lunghe portato per timore della Zika) e laptop, come denuncia la caposquadra Kitty Chiller: “Purtroppo in una zona di questa ampiezza, con tutti gli edifici e le stanze che ci sono, il furto è inevitabile”. Ma i disagi non si fermano agli oggetti scomparsi.
Se c’è ancora attesa per le super star, gli atleti che sono già arrivati hanno trovato i lavandini inutilizzabili, porte e finestre assenti, i sanitari ostruiti. Anche le zone di ristoro sono rimaste chiuse a causa dell’assenza d’acqua. Il presidente del Cio Thomas Bach e quello del comitato organizzatore Carlos Arthur Nuzman saltano l’ennesimo ostacolo di questa corsa verso il traguardo: «Sono cose che capitano sempre nei giorni precedenti l’inizio dei Giochi, in certi casi, ovvero i problemi causati dalla forza della natura, si può fare poco».
La stessa natura che minaccia la salute di nuotatori e turisti, che si immergono nelle acque della baia carioca. “Gli atleti nuoteranno letteralmente in mezzo alle feci umane”, ammette candidamente Daniel Becker, un medico pediatra che lavora nelle zone più povere della città. E questo non sembra nemmeno essere il problema più grave. È ormai un’abitudine quotidiana vedere galleggiare cadaveri umani e animali nelle acque della metropoli.
Gli agenti patogeni e i batteri presenti nelle acque brasiliane hanno già fatto ammalare gli atleti che ne sono entrati in contatto. Gastroenterite, nausea e diarrea i sintomi principali. E secondo alcuni scienziati potrebbero essere perfino letali. La causa è anche l’inefficienza dei lavori del comitato, che ha speso solo 170 milioni dei 4 miliardi destinati alla depurazione delle falde acquifere. Intanto, un sospiro di sollievo è arrivato poche ore fa. La Lagoa Rodrigo de Freitas, zona nella quale si svolgeranno le gare di canottaggio, è diventata balneabile negli ultimi giorni. I test effettuati dall’Oms due volte al giorno hanno stabilito che l’acqua è pulita.
“Ospitare lo sport significa ospitare la storia”. Così parlava Pierre de Coubertain, il fondatore dei moderni Giochi Olimpici. L’accoglienza riservata dal Brasile ai propri ospiti sportivi, almeno per ora, non è certo così memorabile.