Negli Stati Uniti i farmaci generici sono aumentati del 1000% e 40 Stati americani su cinquanta accusano venti case produttrici di medicinali anche salvavita. In testa Teva Pharmaceuticals che respinge le accuse.
Indagini e accuse
Dopo cinque anni d’indagini da parte di William Tong, attorney general dello Stato del Connecticut, 20 case farmaceutiche sono state accusate dell’aumento dei prezzi di farmaci generici, diabetici e per le cure del cancro del 1000% portando la spesa sanitaria per i pazienti a livelli esasperanti.
Maggiore indiziata è Teva pharmaceuticals, colosso mondiale dal 1901, presente in oltre 60 Paesi nel mondo e leader del farmaco generico. Nonostante Teva abbia già respinto ogni addebito di colpa, le prove raccolte da William Tong sarebbero schiaccianti: “Abbiamo raccolto email, sms, telefonate. Abbiamo la testimonianza di molti ex insider aziendali che possono provare come vi sia stata una vera e propria cospirazione ai danni dei pazienti americani e una vera e propria frode multi miliardaria. I prezzi erano costantemente modificati per meglio guadagnarci dividendo poi le quote di mercato tra le varie case farmaceutiche relative alla fetta di farmaci generici”.
La politica detta legge non la salute
La sanità americana è costantemente sotto pressione a causa di un’eventuale scelta di Trump di volersi disfare da sempre dell’Affordable Care Act, meglio conosciuto come Obamacare, ideato dall’ex Presidente per rendere accessibile a milioni di americani la copertura medica. Tale atto impedisce, di fatto, alle assicurazioni di rifiutare le polizze in base alla patologia del paziente. Polizze assicurative fino a ieri lusso per pochi. Oggi a essere sotto accusa sono quelle stesse case farmaceutiche che hanno fatto del farmaco generico il baluardo delle cure mediche per tutti, ma che sembrano aver lucrato proprio su questo. I processi sono aperti, nella speranza che la salute del paziente, travolta dall’onda mediatica del caso, non ci rimetta anche questa volta!
di Sara Novello