Il risarcimento sui presunti danni causati dal talco Johnson & Johnson potrebbe costare quasi 9 miliardi di dollari.
8,9 miliardi, infatti, è la cifra proposta come risarcimento dalla società per chiudere le cause intentate da decine di migliaia di persone tra Canada e Stati Uniti secondo cui il famoso talco per bambini ha causato tumori alle ovaie, e non solo, poiché contaminato con amianto. L’offerta iniziale per risarcire i danneggiati era di 2 miliardi.
Ma J&J, pur di chiudere questa faccenda iniziata nel 2018, ha deciso di aumentare il risarcimento in quanto di gran lunga inferiore alle spese legali che avrebbe dovuto continuare a pagare se le cause si fossero protratte per altri dieci anni o più.
Il processo non ha mancato di colpi di scena. In particolare, lo scorso anno Reuters ha dettagliatamente rivelato la pianificazione segreta ‘operazione Texas’ avvenuta in due fasi da parte di J&J e di altre tre importanti società di supporto, in una serie di rapporti che evidenziano i tentativi delle aziende di eludere le azioni legali attraverso i fallimenti.
Difatti, svariate volte J&J è stata accusata dagli avvocati delle vittime di aver commesso abuso nei confronti del sistema fallimentare, ma la società si è sempre difesa sostenendo che “il fallimento è servito a un bene maggiore per tutte le parti, compresi i querelanti, in quanto la ristrutturazione fornisce pagamenti di transazione in modo più equo ed efficiente rispetto alla lotteria di risarcimenti offerta dai tribunali”.
Lo stesso avvocato Watts, difensore dei querelanti, in seguito ha confermato a Reuters che “un numero sufficiente di danneggiati, almeno il 75% , ha accettato l’accordo per convincere un giudice fallimentare ad approvarlo, considerando che in molti hanno dovuto affrontare spese mediche altissime senza che l’assicurazione potesse risarcirli a seguito della sentenza costantemente pendente”. Secondo il legale, “il numero dei querelanti è cruciale nei fallimenti riguardanti l’amianto”.
Il risarcimento, dunque, sarà così ripartito: coloro a cui è stato diagnosticato il cancro prima del 1° aprile di quest’anno, saranno pagati da un fondo fallimentare entro un anno dall’approvazione da parte del giudice, mentre i querelanti diagnosticati in seguito avranno accesso al denaro accantonato nel trust per i prossimi 25 anni.
Amianto e test scientifici
Martedì scorso J&J ha ribadito che “i suoi prodotti a base di talco sono sicuri e non causano il cancro”. Di contro, l’accusa ha sempre affermato che le parole della società mancavano di supporti scientifici e che i vari tumori ginecologi, il mesotelioma e anche i tumori ai polmoni, erano una realtà.
Un’indagine Reuters del dicembre 2018 ha rivelato che Johnson & Johnson era a conoscenza da decenni di test scientifici che indicavano la presenza di amianto cancerogeno nel talco, ma ha tenuto nascoste tali informazioni alle autorità di regolamentazione e al pubblico.
Ma nel 2020 la società ha smesso di vendere il talco per bambini negli Stati Uniti e in Canada a causa di quella che ha definito “disinformazione” sul prodotto e in seguito ha annunciato l’intenzione di interrompere anche in tutto il mondo entro il 2023.