a cura di Sara Novello
In Italia 17 adolescenti su 100 sono autolesionisti, nel Regno Unito 1 su 4. Le cause spaziano da maltrattamenti subiti da bambini a malattie mentali, per finire a forti pressioni subite dalla società del selfie che impone di appararire sempre al meglio. L’ultimo recente studio sull’autolesionismo adolescenziale chiamato Millenum Cohort Study, eseguito dalla Children’s Society, UK, é stato condotto su 11.000 adolescenti di 14 anni ed ha evidenziato come il 22% delle ragazze intervistate abbiano dichiarato di essere autolesioniste, mentre il 9% é stato dichiarato da ragazzi.
Ai partecipanti veniva chiesto se si fossero “feriti intenzionalmente in qualsiasi modo”, da strapparsi i capelli al pizzicarsi, fino al provocarsi tagli, lividi o ustioni, “i modi per ferirsi erano diversi ma lo scopo per cui venivano fatti era lo stesso: affrontare situazioni difficili o ricordi dolorosi”.
Secondo Max Davie del Royal College of Paediatrics and Child Health del Regno Unito, l’autolesionismo tra gli adolescenti é senza dubbio in aumento ma ritiene, in accordo a Matthew Reed, amministratore delegato di The Children ‘s Society, che “questo rapporto mostra l’importanza anche di altri fattori, come il modo in cui si sentono gli adolescenti di oggi riguardo alla propria sessualità e gli stereotipi di genere. L’aumento di autolesionismo può non essere dovuto a un aumento di infelicità, ma semplicemente dal fatto che gli adolescenti lo considerino un modo culturalmente più accettabile per esprimere la propria angoscia nei confronti di qualcosa”. Infatti, i gesti autolesivi possono essere vari: non solo tagliarsi ma anche prendere farmaci in eccesso, mettersi volontariamente a rischio di farsi male, fare sesso senza protezione, guidare in stato di ebbrezza. “E’ il modo di rendere vive e reali le emozioni che un adolescente, magari, non sa dominare”.
Negli ultimi anni l’autolesionismo é stato associato a problematiche legate alla salute mentale. Una meta-analisi pubblicata su Lancet Psychiatry, che ha revisionato 71 studi precedenti, evidenzia come la mancanza di affettività nell’età infantile possa portare a questo fenomeno con dei risultati non indifferenti, quali il 17% e il 30 % di adolescenti con un disturbo mentale come una profonda depressione, anche se la depressione clinica nella fascia di età compresa tra 11 e 15 anni é ancora molto bassa.