a cura di Sara Novello
Dopo un ictus, infusioni di sangue del cordone ombelicale sembrano aver aiutato 10 persone a recuperare meglio del previsto. Analisi e studi lo dimostrano. Da tempo, il sangue del cordone ombelicale e le cellule staminali placentari sono sotto i riflettori come possibile cura per l’Alzheimer e altre malattie.
Joanne Kurtzber alla Duke University, North Carolina e i suoi colleghi hanno valutato se sangue derivato dal cordone ombelicale potesse aiutare a guarire da un attacco di ictus.
Il team ha reclutato 10 pazienti con ictus di età compresa tra 45 e 79 anni e ha dato loro un’infusione, una tantum, di sangue prelevato da cordoni ombelicali neonati. Le infusioni si sono verificate tra 3 e 10 giorni dopo l’avvenuto attacco. Tre mesi dopo, i 10 volontari hanno mostrato miglioramenti nel loro modo di parlare, di vedere, di muoversi ed erano più indipendenti nella loro vita quotidiana.
“I risultati di tali studi devono essere interpretati con cautela poiché non c’era il cosiddetto gruppo di controllo placebo ( necessario a verificare la veridicità degli effetti osservati sul gruppo trattato con sostanza attiva) tuttavia, i punteggi dei partecipanti nei test di valutazione disabilità sono migliorati più di quanto ci si aspetterebbe normalmente per pazienti colpiti da ictus, suggerendo un effetto positivo”, ha affermato Kurtzberg.
Studi precedenti
Precedenti studi sui ratti hanno dimostrato che dopo infusione “gli animali si sono ripresi più velocemente, hanno avuto una migliore sopravvivenza e le aree del danno cerebrale erano più piccole“, ha aggiunto Kurtzberg. Questi studi sugli animali hanno rivelato che le cellule staminali nel sangue del cordone ombelicale erano le sole responsabili degli effetti terapeutici. Dallo studio si evince che le cellule staminali, secernendo sostanze chimiche, hanno indotto la crescita di nuove cellule cerebrali riducendo cosi il danno. “Dopo un ictus, il corpo ha una reazione infiammatoria che provoca più lesioni al cervello – ha spiegai ancora Kurtzberg – Sopprimendo tale reazione, alcune delle aree danneggiate possono essere riparate”.
Ricerca odierna e farmaci attuali
Attualmente i ricercatori hanno avviato una prova più ampia per confermare i risultati che coinvolgeranno 110 persone. La metà dei partecipanti riceverà una singola infusione di sangue del cordone ombelicale, mentre il resto riceverà un placebo. Diversi altri gruppi stanno lavorando su trattamenti cellulari per l’ictus, tra cui la società statunitense SanBio, la quale ha dimostrato che l’iniezione di cellule staminali dal midollo osseo direttamente nel cervello aiuta i pazienti colpiti da ictus a camminare di nuovo.
“Un nuovo farmaco per l’ictus è imperativo – ha detto Chris Sobey all’Università La Trobe in Australia – L’ictus è un enorme problema in special modo a causa delle molte disabilità che può generare alla persona che ne è colpita”. Attualmente, il trattamento principale per l’ictus è un farmaco coagulante ma la maggior parte delle persone non riceve questo trattamento in quanto deve essere somministrato entro 5 ore da un attacco e molte persone non si rendono neppure conto di averne avuto uno, magari lieve, in un dato momento.
Che cosa é l’ictus e quanto colpisce in Italia
L’ictus si verifica quando il flusso di sangue ossigenato destinato a una porzione del cervello viene interrotto cosicché in assenza di ossigeno e nutrienti le cellule cerebrali iniziano a morire dopo pochi minuti. La morte o i danni subiti dalle cellule cerebrali dopo un ictus possono causare improvvisa debolezza, paralisi o intorpidimento di faccia, braccia o gambe, disturbi della parola, problemi di comprensione, problemi di vista. L’ictus è una grave emergenza medica, che richiede interventi tempestivi. Esso può portare a danni cerebrali permanenti, disabilità croniche e decesso.
Secondo i dati del ministero della Salute del 2018, “ogni anno In Italia si verificano circa 196.000 ictus, di cui il 20% sono recidive. Il 10-20% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese e un altro 10% entro il primo anno di vita. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza”.