I buoni propositi per il nuovo anno sono una costante allo scoccare della mezzanotte, ma molti psicologi e psichiatri mettono in guardia evidenziando come, inconsciamente, essi possano essere solo causa di ulteriore stress. “L’auto-miglioramento è ammirevole ma questo può essere così implacabile da tradursi in ulteriore stress”, ha affermato John Norcross, presidente di psicologia presso l’Università di Scranton in Pennsylvania.
Secondo un nuovo sondaggio dell’American Psychiatric Association, per molti i buoni propositi non sono altro che una fonte di ansia che potrebbe trasformarsi drammaticamente in stress. Obiettivi chiari e realistici nonché un piano specifico per raggiungere tali scopi può aiutare ad alleviare parte di questo stress.
In generale, i buoni propositi tendono a concentrarsi su alcune aree specifiche: salute, denaro e relazioni, ma la vera difficoltà è rappresentata da aspettative davvero irrealistiche e grandiose. Tuttavia, “è positivo che le persone si prefiggano obiettivi ambiziosi – ha affermato la dottoressa Rebecca Brendel, presidente dell’American Psychiatric Association – la sensazione e il desiderio inconscio è che l’anno vecchio porti via con sé tutto ciò che è stato e che un nuovo inizio grandioso, sia lì ad attenderci”.
Ma gli obiettivi sono più raggiungibili quando sono costruiti su una migliore comprensione di se stessi.
Stabilisci obiettivi realistici
Un proposito realistico è fare il punto sull’attuale stile di vita, esserne consapevoli e scegliere i miglioramenti personali che sono raggiungibili è essenziale. Piccoli cambiamenti sono molto più sostenibili rispetto a interventi radicali per ridisegnare le nostre vite. Progresso, non perfezione.
L’acronimo SMART, in italiano: specifico, misurabile, raggiungibile, realistico, in linea con il tempo disponibile – è una buona guida.
“Noi psicologi aiutiamo le persone a suddividere in passaggi fattibili i propri scopi – ha spiegato Norcross – Questo può portare a obiettivi più ampi, ma il tutto deve davvero essere realistico o si trasformerà in una ricetta per il disastro”.
Ad esempio: prefiggersi una camminata per due volte la settimana per poi pian piano aumentarle nel tempo è un obiettivo banalmente più concreto rispetto a pensare di poter camminare molto tutti i giorni quando non lo si è mai fatto.
“Se sei una persona a cui non piace fare così tanto esercizio fisico, non diventerai all’improvviso qualcuno che correrà una maratona nelle prossime sei settimane. Pensa davvero ai modi per apportare cambiamenti positivi alle cose che già stai facendo, alle routine che già hai!”.
Per essere consapevoli del proprio progresso, tenere appunti o un piccolo diario può aiutare.
La regola numero due è: cambia per te stesso, non per gli altri
Un altro suggerimento è quello di prendere una decisione in base alle proprie esigenze piuttosto che a ciò che si pensa che gli altri si aspetterebbero o ammirerebbero di te, ha affermato Pauline Wallin, psicologa clinica di Camp Hill, Pennsylvania. La ricerca mostra che le persone hanno più successo nel portare a termine i buoni propositi se sono motivate internamente e non dall’esterno. La forza di volontà è fondamentale!
“Ciò che sabota le persone non è che non sanno cosa fare, ma che non sono preparate a fare il lavoro – ha sottolineato Wallin – Essenziale è parlare chiaramente con sé stessi. Se la muscolatura duole perché ci si sta allenando non si deve mollare perché è difficile e doloroso, ma è necessario auto motivarsi pensando che si sta lavorando bene e che nella vita si è affrontato di peggio!”.
Infine, il supporto di un amico può aiutare. Infatti, avere la responsabilità sociale di un altro a raggiungere lo scopo incentiva anche noi a farlo.
Il perfetto è nemico del bene. Potresti perdere o non raggiungere un obiettivo, ma ciò non significa che dovresti arrenderti.
In generale occorre tenere a mente che una scivolata non significa una caduta.