“L’alimentazione vegana nei bambini deve essere fatta sotto attento controllo medico, altrimenti le mancanze di nutrienti essenziali possono portare a seri problemi di salute”. Lo ha detto a Ofcs Report il dottore Giuseppe Morino, responsabile di educazione alimentare dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. In questi giorni, infatti, si è tornato a parlare della proposta di legge della deputata di Forza Italia, Elvira Savino, che prevede sanzioni e reclusione fino a un anno per i genitori che impongono ai minori di 16 anni la dieta vegana.
“Una dieta vegana porta a carenze importanti. La mancanza di calcio, zinco, vitamina B12 e ferro portano, soprattutto nell’infante, a gravi problemi come una crescita scarsa e un mancato sviluppo neurologico”, ha spiegato Morino. Sono infatti diversi i casi di alcuni minori che sono stati portati in codice rosso negli ospedali a causa di una dieta sbagliata. E i protagonisti di queste vicende sono sempre gli stessi: i genitori, i bambini e i medici. “Noi dobbiamo capire sempre chi ci troviamo di fronte e quali sono le motivazioni che muovono le famiglie ad adottare questo tipo di dieta. Soprattutto – ha continuato – quando di fondo ci sono ragioni di natura etica cerchiamo in tutti i modi di rispettare il loro volere trovando però delle soluzioni che non vadano contro la salute del bambino”. Una “moda” che è scoppiata negli ultimi anni e che inizialmente ha trovato terreno fertile in America ma che nell’ultimo position paper dell’European Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition è stata fermamente condannata.
Aumento dei vegani e alimentazione dei bambini
Alla domanda sul perché i vegani sono così tanti in questi ultimi anni, il dottore Morino ha spiegato che “nel tempo si è passati da un modello mediterraneo ad uno stile alimentare caratterizzato da eccesso di grassi saturi, proteine animali e carboidrati semplici che condizionato lo sviluppo anche precoce di obesità complicate. Però da un eccesso poi si è andati a un altro. Escludere del tutto un alimento non è la soluzione e proprio da queste esclusioni sono nati i diversi filoni ( vedi la dieta a zone). Questo non vale invece per chi decide di essere vegano per etica personale, per chi non vuole mangiare prodotti di natura animale solo e soltanto per questioni di rispetto: tuttavia rimane il problema nutrizionale di un modello con notevoli carenze”. Le fasce d’età hanno diverse necessità alimentari: il latte materno, alimento ideale per il bambino in tutto il primo anno di vita, dai 6 mesi diviene insufficiente e deve essere supplementato con 1 o 2 pappe. Ciò che sembrerebbe sicuro è che nei primi due anni di età il bambino ha bisogno di un apporto adeguato in nutrienti che gli possano permettere una sana e naturale crescita. Nell’ambito medico sembrerebbe per questo più tollerata una dieta ‘latto-ovo-vegetariana’, sicuramente più completa.
Le motivazioni dei genitori vegani
“I genitori spesso ci dicono che tanto poi saranno i loro figli a scegliere. Non è vero, loro già hanno scelto per loro. Questo – ha detto l’esperto – può portare a problemi di diversa natura. Un regime alimentare selettivo peraltro che esclude tanti diversi alimenti per convinzione dei genitori o per difficoltà del bambino da una parte porta a mancanze vitaminiche importanti e dall’altra potrebbe incorrere in problemi di obesità”.
Quindi una dieta sana e a basso contenuto di proteine è possibile farla purché, soprattutto nei più piccoli, ci sia il medico che con la prescrizione di diversi integratori ( Ferro, Zinco, etc) riesca a colmare le mancanze alimentari. “Spesso – ha sottolineato il dottore – i genitori capiscono e mi è capitato mi dicessero, quanto meno nei primi anni di vita del piccolo, di inserire anche proteine di tipo animale. Altri invece devo dire che hanno un quadramento molto duro”. Nel ‘veganesimo’ non è concesso nessun tipo di alimento di derivazione animale. Per questo i bambini appena nati non vengono nutriti del latte, con latte artificiale di derivazione vaccina bensì con bevande alla soia, al riso o alla mandorla.
Ogni età ha determinate necessità alimentari, per questo, il pediatra ha spiegato che “capita spesso che gli adolescenti facciano una scelta di tipo etico dicendo ‘no’ secco alle proteine animali. Ma spesso avviene che non compensando con altro tipo di proteine, come i legumi e la soia, incorrono in carenze nutrizionali importanti. Lo sviluppo non finisce quando si è piccoli, ma continua anche da adolescenti, quindi la dieta deve essere varia e seguita sempre”.
“Quello che mi sento di consigliare è di rispettare il bambino che cresce dandogli tutti i nutrienti e non esagerare né in un senso né nell’altro. Le mancanze alimentari possono influire molto nella crescita. E’ fondamentale rivolgersi a un esperto e non fare tutto da soli, altrimenti c’è il rischio di complicanze anche gravi. Poi, con il tempo, il bambino diventerà un adulto e farà le scelte che ritiene giuste”.