Leggi, sentenze del Tar e polemiche di ogni sorta. La proposta promossa dall’onorevole Elvira Savino, come dice la stessa relatrice, “è stata interpretata come un attacco tout court contro i vegani, mentre l’intento è quello di tutelare i minori”. “In alcuni casi – spiega a Ofcs.report la deputata di Forza Italia – genitori seguaci di queste filosofie somministrano ai figli addirittura bevande ricavate dalla bollitura di mandorle, credendo di farli crescere ugualmente e senza arrecare loro danni”.
Onorevole Savino, può spiegare la sua proposta di legge in merito ai bambini che crescono in famiglie con genitori vegani?
“Partendo dal dettato costituzionale in materia di salute e tutela dei cittadini, la mia proposta di legge per l’istituzione del reato di costrizioni alimentari sui minori ha il fine di stigmatizzare definitivamente le condotte alimentari incaute e pericolose imposte dai genitori, o da chi ne eserciti le funzioni, a danno dei minori di età. Perché in questo c’è purtroppo molta superficialità, che inevitabilmente ricade su chi non ha colpe e non ha la possibilità di decidere liberamente. Allora ritengo opportuno integrare la normativa vigente introducendo una norma specifica. Il reato si verifica nel caso in cui il soggetto titolare della responsabilità genitoriale o al quale il minore è affidato per ragione di educazione, istruzione, cura o custodia imponga o adotti nei confronti del minore stesso una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la sua crescita sana ed equilibrata. Si intende tutelare la salute del minore nell’età dello sviluppo e la norma mira a sanzionare una condotta che – a fronte di valutazioni mediche – si stima che possa metterne in pericolo l’integrità. La norma è applicabile quando il minore non ha ancora compiuto sedici anni, presupponendo che, oltre questo limite di età, la potenzialità dannosa della condotta non sia tale da giustificare il ricorso alla sanzione penale. La pena viene stabilita con la reclusione fino a 2 anni, fino a 4 se dal fatto derivi una lesione permanente al minore e fino a 6 se dal fatto derivi la morte, ed è più grave quindi di quella prevista per la violazione degli obblighi di assistenza familiare e per maltrattamenti contro familiari e conviventi”.
Perché ha deciso di farla? Quale è stato l’input?
“Da anni, ma soprattutto nell’ultimo decennio, si è andata diffondendo in Italia la credenza che una dieta vegetariana, anche nella sua espressione più rigida della dieta vegana, apporti benefìci importanti alla salute dell’individuo. Molti decidono di seguire questo tipo di alimentazione, priva di carne, pesce e derivati, anche per motivazioni religiose o etiche e per rispetto della vita degli animali, altri lo fanno solo per adeguarsi a una moda. A convincere i seguaci di queste filosofie intervengono anche i mezzi di comunicazione con la diffusione incontrollata di notizie, interventi e dichiarazioni, spesso privi di fondamento scientifico, che condannano il consumo di carne e propagandano regimi alimentari che lo escludono. Numerosi fatti di cronaca segnalano l’allarme, dimostrando la pericolosità delle diete vegane e vegetariane per i bambini. In alcuni casi genitori seguaci di queste filosofie somministrano ai figli, anche neonati, arbitrariamente, con presunzione e senza consultare medici o nutrizionisti, addirittura bevande ricavate dalla bollitura di mandorle, credendo di farli crescere ugualmente e senza arrecare loro danni. Per alcuni di questi bambini, a causa di questa inappropriata dieta alimentare, si è reso necessario il ricovero in ospedale per gravi carenze alimentari (spesso rilevate anche grazie all’intervento e alle denunce tempestive dei pediatri). Si tratta di bambini denutriti e messi in pericolo di vita da genitori incauti. Le autorità pubbliche hanno il dovere di intervenire ogni volta che vi sia il pericolo che la vita e la salute di un minore vengano compromesse. La stessa Costituzione impone ai genitori di mantenere i figli, tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù”.
Cosa ne pensa della sicurezza alimentare, soprattutto nei giovani fino ai 16 anni?
“È ragionevole pensare che la scelta di una dieta vegana o vegetariana sia troppo restrittiva per i minori e comporti carenze nutrizionali anche gravi, che possono ripercuotersi sullo sviluppo somatico e cognitivo del bambino. La dieta vegetariana o vegana, infatti, è carente di zinco, ferro tipo eme (contenuto in carne e pesce), vitamina D, vitamina B12 e omega. Un bambino, per crescere, ha bisogno di proteine di ottima qualità, quindi deve cibarsi – lo dicono i medici – anche di carne e pesce, dove è possibile trovare l’arginina, che è un amminoacido essenziale per la loro crescita. Non solo. Crescendo, i bambini hanno bisogno di una quota maggiore di grassi saturi che si ricavano dagli alimenti animali. Ora, pur potendosi compensare l’assunzione di amminoacidi con altri alimenti, rimane aperto il problema della carenza di vitamina B12 e di ferro eme, che può comportare considerevoli problemi neurologici e anemia.
Crede che in qualche modo ‘essere vegano’ sia diventato una moda che prescinde dall’educazione alimentare e dalla salute dei bambini?
“Non c’è nulla da obiettare se chi sceglie questo stile alimentare è un adulto consapevole e capace di autodeterminarsi, un adulto che comprende le conseguenze delle proprie azioni e se ne assume la responsabilità. Il problema sorge quando ad essere coinvolti sono i minori, per i quali si profila un rischio assai grave, mentre invece un genitore ha il dovere costituzionale di prendersi cura dei figli minori, se non lo fa e impone loro una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita, anche se in buona fede, compie un maltrattamento inaccettabile che deve essere punito anche con la reclusione”.
Ha dei dati di riferimento che può mostrare in merito alla quantità di bambini che vivono con questo regime alimentare?
“Come dicevo, ci sono casi di cronaca recenti che hanno suscitato in me una enorme indignazione, e studi molteplici e personalità autorevoli del mondo della medicina che segnalano la pericolosità delle diete vegetariane e vegane imposte ai bambini, soprattutto molto piccoli: il pericolo è quello della denutrizione e di danni irreversibili a livello neurologico, come l’atrofia cerebrale. Non si può negare che un corpo in formazione sia diverso da un corpo adulto e deve essere mantenuto, ha bisogno di tutti i nutrienti e alcune carenze nutrizionali, se non risolte, possono produrre conseguenze anche letali. Inoltre da mamma di un bambino piccolo mi trovo a frequentare mamme di altri bambini e talvolta rimango sbalordita nel vedere donne a tal punto accecate dal veganismo da non vedere che i loro figlioletti sono denutriti e deperiti. In alcuni casi le mamme letteralmente inventano intolleranze alimentari che i piccoli non hanno affatto”.
Cosa ne pensa invece della polemica che si è innescata su questa sua proposta?
“E’ fisiologico che su ogni tema ci possano essere pareri diversi, anzi è molto utile il confronto fra idee differenti, ma la polemica che è scaturita dopo la presentazione della mia proposta di legge è assolutamente eccessiva e ideologica. Si è voluto interpretare la mia proposta come un attacco tout court contro i vegani, mentre il mio intento è quello di tutelare i minori. Non vorrei che dietro agli attacchi che ho ricevuto ci siano anche interessi economici, visto che il mercato degli alimenti vegetariani e vegani, e di tutti i prodotti collegati, è in crescita e vede fatturati sempre maggiori per le aziende del comparto: lo dice l’Eurispes nel suo “Rapporto Italia 2016”. Ma le ragioni del mercato non sono e non devono essere le ragioni del legislatore e di chi ha la responsabilità di tutelare i minori, vulnerabili e inconsapevoli, perfino dai loro stessi genitori”.