Si chiama Ivy, l’algoritmo che arriva in soccorso della gravidanza. L‘intelligenza artificiale, infatti, sta aiutando a selezionare gli embrioni che hanno maggiori possibilità di ottenere una gravidanza di successo. L’algoritmo di intelligenza artificiale chiamato Ivy analizza il lasso di tempo degli embrioni da quando, una volta fecondati, vengono incubati riuscendo a identificare quelli tra loro con maggiori probabilità di successo.
L’algoritmo è stato sviluppato da Harrison.ai, azienda tecnologica di Sydney e ad oggi è stato utilizzato in Australia da migliaia di donne. Ivy è stato “istruito” attraverso dati e video che riguardano la crescita (all’interno di una incubatrice per 5 giorni) di oltre 10.000 embrioni in combinazione con i dati che hanno portato gli embrioni alla gravidanza. Da uno studio circa la sua capacità predittiva, Ivy ha indicato uno 0,93, misura nota come AUC, in cui un punteggio di 1 indica un modello con previsioni corrette al 100%.
“Il risultato sembra molto promettente” afferma Iman Hajirasouliha alla Cornell University di New York che, assieme ai suoi colleghi, ha sviluppato un AI simile, chiamato Cicogna.
Secondo Aengues Tran, CEO di Harrison.ai, l’algoritmo Ivy potrebbe aver scoperto caratteristiche che gli specialisti non riescono a identificare negli embrioni. Infatti, mentre l’embriologo guarda solo i frammenti video degli eventi chiave dello sviluppo di un embrione, Ivy è in grado di analizzare rapidamente l’intera sequenza dei cinque giorni di riprese del concepimento.
Ivy è ora regolarmente utilizzato come strumento di selezione degli embrioni da IVF Australia, che fornisce circa il 20% dei servizi IVF del paese. Da questo mese prenderà il via una sperimentazione clinica per determinare se gli embrioni selezionati dall’algoritmo portano a un maggior numero di gravidanze rispetto agli embrioni selezionati dagli specialisti. In un ciclo medio di fecondazione in vitro sono ottenuti tre embrioni fertilizzati potenzialmente vitali dopo cinque giorni, afferma Illingworth. Uno di essi viene impiantato mentre il resto viene congelato e conservato. Secondo Tran, “quello che vogliamo davvero ottenere è un ciclo di fecondazione in vitro che si traduca in un bambino sano”.