Il paziente indossa uno speciale casco ad altissima tecnologia e, tramite emissioni di ultrasuoni focalizzati, indirizzati su specifiche aree del cervello, risolve in modo immediato il problema del tremore da morbo di Parkinson. È l’ultima frontiera della tecnologia di cui in Italia, oltre all’Aquila, dispone solo Verona e per la quale, in Europa, vi sono solo 7 centri.
La sofisticata applicazione è stata presentata questa mattina a L’Aquila, all’ospedale San Salvatore, nella sala Dal Brollo, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci, del manager della Asl Rinaldo Tordera, del direttore della radiologia universitaria Carlo Masciocchi e della rettrice dell’Università Paola Inverardi. Il trattamento è altamente efficace poiché consente di debellare il tremore dovuto al morbo di Parkinson e quello cosiddetto essenziale in modo immediato, durante l’esecuzione della prestazione. La tecnica usata è quella degli ultrasuoni focalizzati guidati con risonanza magnetica che, attraverso la termoablazione (tecnica che brucia il solo tessuto malato) consente di intervenire sulla patologia senza intervento chirurgico. La termoablazione con ultrasuoni focalizzati è una procedura che la radiologia universitaria dell’ospedale San Salvatore adotta dal 2011 e che ha consolidato e affinato negli anni successivi, impiegandola con risultati eccellenti nel trattamento dei fibromi uterini e ponendo, al primo posto in Europa, il centro aquilano nel trattamento dei tumori benigni dell’osso in età pediatrica: un’esperienza, trasferita ora sulle patologie neuro-funzionali. A proiettare l’ospedale del capoluogo regionale nell’olimpo europeo non è solo la possibilità di disporre del sistema di ultrasuoni focalizzati ma anche quella di avvalersi di un sistema ad alto campo di risonanza magnetica da 3 Tesla. Una risorsa operativa che permette di agire con precisione altissima: basti pensare che il margine di errore è inferiore a 0,3 millimetri. Tale livello di accuratezza nel trattamento è di fondamentale importanza poiché, al fine di agire sulla specifica area del cervello che riguarda il tremore, è necessario ridurre a percentuali infinitesimali la possibilità di errore. Il trattamento in sé dura circa 2 ore e il paziente, dopo una notte in osservazione, torna a casa. Finora sono stati effettuati trattamenti su 8 pazienti, tutti con esito positivo, con un gioco di squadra che ha coinvolto, oltre alla radiologia universitaria, diretta dal prof. Masciocchi, l’Unità Operativa di Neurologia, capeggiata dal prof. Carmine Marini, l’Unità Operativa di Neurochirurgia, diretta dal dr. Alessandro Ricci, e il servizio di Anestesia e Rianimazione, guidato dal prof. Franco Marinangeli.
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Fonte almagrebiya.it