Affaticamento cronico? Il covid potrebbe esserne la causa. La comunità scientifica di tutto il mondo ha posto, e continua a porre, particolare attenzione al cosiddetto Long-Haul Covid e ai suoi strascichi.
Uno dei danni peggiori che il Long-Haul Covid può causare è la Sindrome da stanchezza cronica o Encefalomielite Mialgica, condizione particolarmente debilitante per svolgere una vita semplicemente normale.
Quante persone, nonostante essere guariti dal Covid magari con lievi sintomi, continuano a lamentare grave affaticamento, scarso sonno, annebbiamento del cervello, dolori muscolari, sintomi di depressione, mal di gola, vertigini, dolori muscolari? Decisamente molte!
Uno studio recente, eseguito dalla dottoressa Donna Mancini, professore presso la Icahn School of Medicine del Mount Sinai a New York City, ha analizzato 41 pazienti post- covid di età compresa tra 23 e 69 anni. Dalla loro diagnosi iniziale di Covid erano passati dai tre ai quindici mesi eppure il 50% di essi, nonostante il recupero, soffriva di problemi di salute persistenti che andavano peggiorando a seguito di uno sforzo fisico o mentale.
In particolare, “una mancanza di respiro persistente e inspiegabile” era evidente in ben 9 pazienti su 10. Ciò includeva l’iperventilazione.
Queste problematiche respiratorie sono state ritenute “inspiegabili” poiché in genere dovute a seguito di gravi problemi cardiaci o polmonari causati da Covid, non certo per una lieve infezione.
Tale scoperta però risulta essere seriamente preoccupante poiché mette in luce aspetti di questo virus, subdoli e pesanti per la vita quotidiana, andando a creare degli eterni malati incurabili.
In generale, i centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie stimano che tra 800.000 e 2,5 milioni di americani siano affetti dalla sindrome da stanchezza cronica. Circa un terzo la sviluppa dopo una malattia virale qualunque, ma mai come con il Covid ci sono stati così tanti casi.
Secondo la dottoressa Mancini “chiunque abbia avuto o abbia il Covid è a rischio”.
Questa preoccupazione è condivisa dal dottor Colin Franz, assistente professore di medicina fisica e riabilitazione e neurologia presso la Feinberg School of Medicine della Northwestern University di Chicago, che ha dichiarato: “Mentre i ricercatori cercano di definire questo problema, lo 0,5% e l’1% dei pazienti covid non ricoverati sviluppa almeno un sintomo a lungo termine. Dato il vasto numero di persone che hanno contratto il Covid in tutto il mondo, questo rappresenta milioni di persone permanentemente malate di stanchezza cronica”.
Le nuove scoperte sono state pubblicate nel numero di dicembre di JACC: Heart Failure.
Gli studi proseguono ma c’ è da chiedersi come i vari Paesi, tra cui l’Italia, affronterà tale situazione. Molte sono le persone che lamentano questi sintomi eppure, non essendo riconosciuta poiché guariti da Covid, non hanno esenzioni o non possono avere la precedenza per controlli sanitari proprio perché dichiarati “non gravi”. Ma la sindrome da stanchezza cronica, seppur ancora inspiegabile alla scienza, è una realtà concreta, strettamente legata a questa pandemia da trattare come uno strascico serio di quest’ultima, anche se non si è stati ricoverati .