“Comprare cosmetici sulle bancherelle è veramente pericoloso. Si tratta di prodotti dalla dubbia provenienza, inoltre non si sa come sono stati fatti e come sono stati conservati”. Questo il monito lanciato da Carla Scesa, docente di chimica dei prodotti cosmetici dell’Università Cattolica e docente di cosmetologia dell’Università di Siena, a OfcsReport.
Con l’arrivo dell’estate proteggere la pelle diventa fondamentale. Lei cosa consiglia?
“Sicuramente due tappe: prima di tutto conoscere il proprio tipo di pelle. È importante almeno una volta nella vita, farsi fare questo tipo di diagnosi da un medico estetico o da un dermatologo. Da questo scaturisce la scelta del fattore di protezione che è un numero specificato su ogni confezione di solari. Così si riesce ad avere una buona protezione e prevenire sia le scottature che le forme di danno più gravi come l’invecchiamento cutaneo o il melanoma”.
Quali sono gli ingredienti da evitare in un solare e in generale in un cosmetico?
“Se la pelle è sensibile è meglio evitare i profumi, anche se sono molto piacevoli d’estate. Inoltre è bene osservare che il prodotto sia stato dermatologicamente testato e quindi abbia un buon grado di tollerabilità. Gli ingredienti cosmetici sono 17.000 quindi non è semplice far un elenco di quelli dannosi da evitare. Riguardo i petrolati e l’olio di vaselina, io non sono così negativa perché c’è da dire che un prodotto solare deve stare in superfice per proteggere. L’olio di vaselina può anche esser usato, dipende però dal suo grado di purezza che deve esser quello della farmacopea ufficiale, l’olio è inserito nella farmacopea ufficiale”.
Quindi lei è favorevole ai petrolati nei solari? E nei cosmetici in generale?
“Dipende. Nei cosmetici che rimangono in superficie e poi vanno rimossi può andar bene. Ad esempio nei detergenti, nei cosmetici di pulizia o nei solari che li mettiamo, rimangono in superficie e poi si tolgono. Per un cosmetico di trattamento si può usare di meglio. Dipende dal grado di purezza. Sicuramente meglio usare oli più dermoaffini. Ad esempio la cosmetica giapponese usa l’olio di vaselina, però deve essere di buona qualità. È questo il compromesso tra l’usarlo e il non usarlo”.
I cosmetici sono soggetti a scadenza?
“Si, bisogna buttar via i prodotti vecchi se hanno un leggero odore di rancido. Inoltre si deve guardare sulla confezione: vi è disegnato un vasetto aperto con un numero che indica quanti mesi può essere usato dopo l’apertura. Dal momento in cui un cosmetico viene aperto, il cosiddetto period after opening (Pao) salta, perché la parte acquosa comincia a prosciugarsi e restano solo i conservanti”.
Se con il caldo un prodotto comincia a trasudare cosa vuol dire?
“Non va bene. Anche nei solari se esce prima il liquido vuol dire che è mal formulato o che sia scaduto”.
Cosa pensa dei siliconi?
“I siliconi aiutano nei solari, personalmente non li prediligo ma vengono utilizzati per fare delle creme molto sensoriali e morbide. I siliconi sono centinaia, è difficile dire che tutti sono cattivi, non è così”.
Tra dimethicone e cyclopentasiloxane qual è la differenza?
“Il dimenthicone è un grande classico, il ciclopentasillonano è un silicone volatile, e quelli sono in discussione perché stendono il prodotto e volano via. Ad esempio respirarli fa male. Io non li preferisco, prediligo formulazioni con oli naturali. Sia i siliconi che la paraffina se usati per un uso superficiale, sono accettabili, se è un uso permanente sono meglio i prodotti naturali”.
Secondo lei ci sono delle creme nelle quali hanno più senso i siliconi?
“I siliconi ci trovano molto nei fondotinta, perché si spalmano bene e creano un film, ma nonostante sia un grosso avanzamento tecnologico, io non sono molto favorevole, non si può dire che facciano male, però su alcune pelli, non sono graditi. Sono una grande scoperta della cosmetica, hanno delle performance altissime e sono molto sensoriali. Possono esserci persone che non li sopportano bene. In tutti i casi è difficile generalizzare. Gli ingredienti nei cosmetici sono tanti, fino a 30 o 40 ingredienti in un cosmetico. L’importante è conoscere se stessi, sicuramente nel caso di manifestazioni di intolleranza verso un prodotto è bene farsi fare una diagnosi”.
Possiamo utilizzare un solare dell’anno precedente?
“È meglio evitare perché il solare viene sottoposto ad un forte stress, lo lasciamo nella sabbia al sole o in macchina a temperature elevate. Per cui è vero che viene dato un ‘pao’, però se scende di protezione e la volta successiva lo usiamo che siamo bianchissimi e non protetti, sarebbe meglio evitarlo. Oppure per non buttarlo possiamo usarlo sulle mani, ma è il tipico prodotto per una sola stagione”.
Cosa fare in caso di scottature?
“Il discorso del solare è che va riapplicato. C’è una tecnica ben precisa per non scottarsi. Bisogna prendere il fattore di protezione adatto alla propria pelle e poi va steso molto bene, in uno strato omogeneo e riapplicato frequentemente. Magari i primi giorni va applicato più spesso, anche ogni ora in base al fattore di protezione, così non ci si scotta. Se ci si dovesse scottare, bisogna subito sciacquarsi togliendo via i residui di solari e poi applicare un dopo sole oppure una crema all’aloe vera. L’aloe vera è veramente un modulatore, è ottima e non costa tanto”.
Bisogna partire da una protezione alta per poi scender gradualmente?
“Meglio iniziare da un fattore 30, poi man mano che ci si abbronza si può anche usare lo stesso, per non comprarne due, applicandolo con meno frequenza. Nei primi giorni di esposizione invece bisogna applicarlo in maniera ravvicinata poi si può rarefare un po’. Il fattore di protezione è legato anche al tipo di pelle. Ad esempio il 50+ è consigliato per i bambini ciononostante non bisogna dargli un esposizione diretta al sole. Per un adulto invece ci si regola in base al fototipo. Quello dal solare è una cultura e bisogna imparare a legger bene le etichette”.