Se provate a scriverlo su google noterete come queste due parole risultino tra le più cercate sui motori di ricerca. Pro Ana sta esattamente per Pro Anoressia, ed è una pratica che consiste nel digiunare ricorrendo a tutti i metodi e le strategie possibili per placare il senso di fame. Tra quest’ultime vi è la conta ossessiva delle calorie, che non devono superare le 500 giornaliere e il continuo esercizio fisico, utile soprattutto per tenersi occupate e non pensare al cibo. Questa sconvolgente dieta spopola sul web ormai da anni, tanto che i blog Pro Ana sono ad oggi parecchi. Tra questi ce n’è uno aperto nel 2013 che oggi conta alcuni lettori fissi. “Sono una ragazza senza speranze, che sogna l’impossibile in questo mare di ipocrisia e dolore. Gli obiettivi si sfocano e le voglie si sentono, ma Ana è con me. La sento entrare in me giorno per giorno. Mi sento invisibile dietro questa maschera di silenzi”, scrive l’amministratrice del blog che venera l’anoressia dispensando consigli su come eliminare i crampi allo stomaco. “Bevi un bicchiere d’acqua ogni ora. Riempie lo stomaco e in più depura”, dice in uno dei suoi post. E ancora: “mastica e poi sputa tutto”, oppure “guarda foto di modelle e attrici che ti siano d’ispirazione”. La stessa informa poi le lettrici dei suoi progressi: “Colazione: una tazza d’orzo. Spuntino: nulla. Pranzo: 5 fette biscottate (160 kcal). Spuntino: nulla. Cena: nulla”.
Insomma, si tratta di vere e proprie allarmanti convinzioni ormai diffuse tra le adolescenti che oltre a creare gruppi su Facebook, si scambiano i numeri di telefono per incoraggiarsi l’una con l’altra.
“Ho iniziato a seguire la dieta Pro Ana all’etá di 14 anni – racconta Erika, ora 18enne, parlando con Ofcsreport – e l’ho fatto perché volevo apparire bella agli occhi di un ragazzo che mi piaceva tanto. Ho trovato questo blog in cui c’erano tante ragazze come me che condividevano la mia stessa concezione di perfezione. Insieme, poi, abbiamo creato un gruppo su whatsapp in cui scrivere tutto ciò che si mangiava durante la giornata, contare le calorie e motivarci. Per circa un anno ho seguito i loro consigli in modo da poter dimagrire quanto più possibile. I miei genitori non se ne sono mai accorti, se non quando ho cominciato a tagliarmi. Mia madre ha notato le ferite sul polso che cercavo sempre di nascondere con un polsino. Ero arrivata al punto in cui farmi del male mi faceva stare bene. Tagliarmi significava rovinare ciò che più odiavo: me stessa”.
“Avevo 15 anni quando ho smesso di mangiare – afferma invece Viky, 17 anni – mi sentivo a disagio con il mio fisico. Le ragazze di questo blog mi aiutavano a non pensare al cibo. Mi dicevano di fare continuamente esercizi a casa e di pesarmi mattina e sera per tenere sotto controllo il mio peso. Per motivarmi, inoltre, dovevo comprare vestiti di una taglia in meno”.