È nelle librerie da alcuni giorni un piccolo ma immenso libro che può aiutare a capire la situazione attuale del Medio Oriente e della guerra al terrorismo di Israele contro Hamas a Gaza. Mentre Papa Bergoglio, proprio questa mattina, nell’udienza pubblica, insiste a parlare di guerra tra Israele e Palestina, inducendo i fedeli in errore, il libro del professor Massimo Giuliani (professore di Pensiero Ebraico presso l’Universita’di Trento e autore di altri libri e saggi), “Gerusalemme e Gaza”, chiarifica il tutto.
Israele non è in guerra con uno Stato che non esiste, la Palestina.
Israele è in guerra contro un movimento terrorista spietato e sanguinario che pretende di rappresentare la causa palestinese sterminando ebrei e portando morte e distruzione. In Vaticano dovrebbero saperlo bene. Come in Vaticano sanno perfettamente qual è l’amore, il legame indissolubile e il senso di appartenenza che il popolo ebraico ha per la terra di Israele.
In questo, il libro del professore segna un punto fondamentale. Gli ebrei non possono vivere senza la terra Israele ed Israele necessita degli ebrei che la abitino e la vivano, come avviene ininterrottamente da 3000 anni.
Basti pensare che alcune regole religiose, nella loro applicazione hanno un senso ed una validazione solo se applicate e messe in pratica dagli ebrei in Israele, nella terra promessa da Dio ad Abramo, primo ebreo della storia e ribadita a Mosé poco prima che il popolo ebraico ne prendesse possesso.
Quel possesso che il popolo ebraico prenderà attraverso una guerra ,che non è solo militare ma anche morale perché la terra di Israele va “conquistata” e difesa costantemente (quanto è attuale questo concetto)
L’entrata in Eretz Israel (terra di Israele) e il viverla ebraicamente, con i giusti valori etici, è una sfida quotidiana da millenni per gli ebrei.
Nel prezioso libro è spiegato con dovizia di particolari anche il confronto continuo con le altre due religioni monoteiste, cristiana e musulmana, e come nei secoli lo stesso Islam, a fasi alterne, abbia “digerito” e compreso la presenza ebraica nei luoghi santi di Gerusalemme, di Hevron, di Zfat.
Interessante notare attraverso il libro come nei secoli si sono alternati momenti di tensione a momenti di reciproco riconoscimento tra ebrei e musulmani, con qualche difficoltà in più nei rapporti non semplici con quel cristianesimo propostosi come il “nuovo” arrivato per soppiantare il “vecchio” ebraismo ed imporre la sua dottrina riformante.
Innegabilmente il sionismo, la legittima aspirazione risorgimentale di fine ‘800 degli ebrei di ricreare una propria nazione nella terra dei padri mai abbandonata, nonostante persecuzioni e deportazioni succedutesi nei secoli, è stato il detonatore per il mondo arabo per lo scoppio di un odio profondo e viscerale antiebraico.
Ed allora, come spiega chiaramente il professor Giuliani, la delegittimazione islamista nei confronti del sionismo è esplosa, rivendicando come propri luoghi sacri esclusivi siti che in realtà testimoniano la presenza ebraica in loco dalla notte dei tempi.
In questo, complici le stesse organizzazioni delle Nazioni Unite come l’Unesco, collaborazionista del mondo arabo nello spargere fake news di carattere storico ed archeologico.
Non ultimo il tema di una Israele nata “grazie alla Shoah”, con una ideologia tesa a delegittimare la presenza ebraica e la nascita dello Stato stesso.
Israele è nato NONOSTANTE la Shoah ed il progetto del movimento sionista e di Theodor Herzl era già avviato dalla fine del secolo precedente ed era un processo irreversibile.
Un disegno che si sarebbe comunque compiuto.
Un libro quindi da leggere per documentarsi, riflettere e cogliere fino in fondo il messaggio di un ebraismo imprescindibilmente legato alla terra, ancora prima che alla nazione ed allo Stato di Israele.
Ed é questo un legame, sentimentale e fisico, che nessuna brutalità come quelle avvenute il 7 ottobre 2023 potrà mai sciogliere e mettere in discussione.