Secondo una ricerca dell’Osservatorio Nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, la meta più ambita dagli studenti italiani che vorrebbero effettuare da un trimestre a un anno all’estero, sono gli Stati Uniti, seguiti da Regno Unito e Australia.
Guido ha trascorso quattro mesi a Londra e ci ha raccontato la sua esperienza.
Cosa ti ha spinto ad andare a studiare a Londra e perché hai scelto proprio questa destinazione?
“Ero in cerca della mia strada. Non sapevo, una volta terminato il liceo, a che facoltà iscrivermi e se studiare in Italia o all’estero. Poi mi hanno parlato della mobilità, così mi sono detto: ‘E se andassi all’estero per provare qualcosa di nuovo?’. Volevo provare a studiare materie diverse, come Business. Era una sfida. E poi volevo migliorare il mio inglese. Così ho scelto di studiare quattro mesi a Londra e sono partito”.
Cosa hai pensato la prima volta che sei entrato in classe? Com’erano i tuoi compagni inglesi?
“E adesso cosa dico a questi ragazzi per fare amicizia? Come scherzano fra di loro? Cosa li fa ridere? Invece è andato tutto benissimo. Inglesi, non saprei…La metà della classe era cinese, poi c’erano francesi, portoghesi…insomma ero uno fra i tanti”.
Com’è stata l’esperienza di vivere da solo? Che tipo di sistemazione hai scelto?
“Sono stato in una residenza affiliata al College. Praticamente dei monolocali per studenti. Quando dovevo tornare ho cominciato a pensare ‘Oddio, devo tornare a vivere con i miei!’. Anche se mi mancavano, vivere da solo è un’esperienza davvero fondamentale per crescere”.
Parliamo di scuola. Come è stata l’esperienza scolastica e quali sono le differenze tra il sistema scolastico italiano e quello britannico?
“E’ un altro mondo. Di positivo non hai la tensione che hai qui in Italia. Non vieni testato in continuazione. Ci sono i test di preparazione all’esame finale, ma sono in una data specifica, una volta al mese. Qui tra verifiche e interrogazioni la tensione è costante”.
Cosa ti ha dato la scuola italiana che ti ha permesso di affrontare quest’esperienza di studio?
“La scuola italiana è più tosta anche dal punto di vista dei contenuti. Lì facevo cinque materie, ma la maggior parte delle persone ne fa solo quattro. Anche la formazione è diversa. Una volta abbiamo fatto un progetto per una campagna pubblicitaria. Alla fine dovevamo presentarlo. Per me è stato semplice, perché io sono abituato a parlare con le interrogazioni orali, mentre gli altri non erano in grado fare un’esposizione chiara. Il mio gruppo ha preso il voto più alto”.
Cosa dovrebbe importare la scuola italiana da quella britannica?
“Porterei meno tensione, ma senza eliminare del tutto l’orale. Qui anche i professori sono ossessionati dalle interrogazioni”.
Come hai vissuto le differenze culturali con i tuoi compagni all’estero?
“Londra è la città più multiculturale che abbia mai visto. Non ho subito, quindi, discriminazioni. E’ stato molto interessante lo scambio con altre culture”.
C’è qualche aneddoto in proposito che ci puoi raccontare?
“Ho insegnato a usare forchetta e coltello a un cinese”.
Come ti ha cambiato questa esperienza?
“Sono maturato. E’ un’esperienza che ti arricchisce. Ti senti più sicuro di te e diventa più facile interagire in generale. Questo è un momento della vita in cui si fa un salto di crescita e, inserire a questo punto un’esperienza del genere, ti fa arrivare ancora più lontano”.
@SimonaRivelli