E così dopo il 27 gennaio, con la memoria della Shoah deturpata dalle manifestazioni pro Hamas del giorno successivo, dopo l’8 marzo folle di femministe che hanno colpevolmente dimenticato le donne israeliane stuprate e dilaniate dalle belve palestinesi, dopo il 25 aprile divenuto un triste show fondamentalista islamista per colpa di un ANPI connivente con chi considera i tagliagole di Gaza o di Jenin alla stregua di un movimento di resistenza partigiana, ieri a cadere sotto la mannaia antisemita è stato il Pride.
Un altro evento deturpato da bandiere palestinesi e slogan anti israeliani che non hanno permesso all’organizzazione ebraica Keshet, rappresentante delle istanze Lgbtqia+ di partecipare ai cortei, divenuti quindi “judenfrei” secondo quelli che erano i sogni hitleriani di un mondo senza ebrei.
Dove non è riuscito il nazismo ieri ha portato a termine la missione il Pride, con tanta sinistra Pdina a ballare, cantare e danzare festosa nell’evento romano senza che a nessuno degli esponenti di grido del partito venisse in mente di rimarcare, come aveva fatto il giorno prima rammaricandosi dell’assenza ebraica e giustamente non partecipando per protesta, il Senatore Ivan Scalfarotto di IV.
Il paradosso di quelle bandiere palestinesi, che rappresentano un mondo che odia, discrimina, picchia e violenta fino ad assassinarli omosessuali e transgender che invece vengono accolti in Israele, paese che da loro rifugio e un porto sicuro dove approdare quando questi riescono a fuggire dalla furia omicida islamista.
L’ennesimo cortocircuito di un mondo alla rovescia e non certo nell’ accezione tristemente vannacciana dei termini.
Un mondo che sta capovolgendo valori, ideali e principi in una corsa folle e miope verso l’antisemitismo più becero che stravolge la Storia e ne camuffa i connotati.
L’ultima bandiera che un omosessuale dovrebbe sventolare, per non odiare se stesso e calpestare la propria dignità, è quella di chi lo odia, la bandiera palestinese, ma evidentemente nel mondo Lgbqtia+ la “sindrome di Stoccolma”, della vittima che si innamora follemente del carnefice, ha preso il sopravvento.
Un Pride, quello di ieri, per il quale c’è da essere poco orgogliosi e l’ennesima vergogna antiebraica.
La sinistra dovrebbe meditare bene sulle distorsioni che sta compiendo e su come stia contribuendo fattivamente allo sdoganamento dell’antisemitismo ovunque, unendosi così in un triste matrimonio con le bande neonaziste e fondamentaliste islamiste.
Quella di ieri l’ennesima vergogna.