Sarebbe interessante saperlo, ma sembra che non interessi a nessuno, perché nessuno ne parla. Stamattina, mentre facevo la barba, mi giravano in testa quelle parole che ho sentito nel breve video che ha fatto il giro del mondo, scatenando le più disparate fantasie sulla reazione di Bergoglio a quella che i media hanno rappresentato come una “fedele”, ma di cui in realtà nulla si sa.
Non posso dire con assoluta certezza che quelle parole, ripetute per due volte … “È tua la colpa …” che ho sentito, siano proprio quelle che ha detto quella donna, perché l’audio non è dei migliori, ma a me quelle sono sembrate. E nonostante gli sforzi, non sono riuscito purtroppo a capire quel che ha detto dopo, perché quelle erano l’inizio di un discorso, breve ma preciso, con cui voleva dolersi di qualcosa.
Quella donna, che per trovarsi in quella posizione in prima fila chissà da quante ore era lì, e che deduco quindi fosse assai determinata a trasmettere un preciso messaggio, non dà la sensazione di una violenta, rancorosa o rabbiosa, ma di una persona addolorata, per qualcosa certamente non da poco, che voleva far giungere al successore di Papa Ratzinger una accorata richiesta.
Ma, se le parole sono quelle, anche non avendo capito le altre, la domanda che nessuno però mi sembra essersi posto è: cosa contestava, con quel tono, ripeto più accorato che rabbioso, quella giovane donna a Bergoglio?
È tua la colpa! Di cosa?
Di una poca attenzione verso le stragi di cristiani perpetrate quotidianamente in diversi paesi del mondo, nella più totale indifferenza di tutti i politici; di un eccessivo interventismo in questioni politiche che non dovrebbero interessare, per lo meno in quel modo, la fede … o per cos’altro?
Non lo so e non vado a fantasticare su ipotesi possibili, e però inutili, ma la domanda me la pongo, perché da questa ne sorgono altre, e tante.
Abbiamo visto vignette, parodie, dibattiti, approfonditi sermoni, e tanto altro, ma io almeno non ho sentito una sola voce che abbia soffermato l’attenzione su quel che quella “fedele” diceva a Bergoglio mentre cercava di richiamarne l’attenzione prendendogli il braccio, e alla quale lui ha reagito con quei due schiaffi sulla mano.
Riguardiamolo bene quel filmato, senza farci influenzare da quelli che minimizzano la reazione, assimilandola al paterno buffetto di una volta, e da quelli che l’hanno esageratamente enfatizzata, addirittura volendola leggere come prova di una personalità violenta.
Qui c’è qualcosa di più profondo … e inquietante, almeno per me.
Quella di Bergoglio è sembrata più una reazione stizzita, di rabbia, persino compressa direi, che mi fa pensare che quella donna abbia colpito una parte sensibile dell’uomo Bergoglio, suscitandone una reazione irrazionale, istintiva di chi, colto di sorpresa, sentendosi esposto a qualcosa contro cui nulla può dire o fare, reagisce d’istinto.
Sarà forse una mia fantasia, ma quella è la sensazione.
Certo, quella reazione è distante anni luce da quella che ci si aspetta da chi è stato eletto al soglio di Pietro, e lontana, lontanissima, da quel che ci insegnavano da piccoli, a dottrina.
Ma quel che ha suscitato ancor maggiori perplessità, è stato che poi si sia scusato così, almeno per me, aggravando le conseguenze del gesto.
Un uomo può, anzi deve secondo me, scusarsi quando si rende conto di aver sbagliato, ma … intendiamoci bene … deve saperlo fare da uomo, non da codardo che si scusa solo per mitigare le conseguenze del suo errore, e quindi a testa alta, con la consapevolezza di saper sbagliare … e sapersi anche scusare con dignità.
Il Papa no! Il Papa, non per l’uomo che è stato chiamato, ma per quel che rappresenta, non può e non deve scusarsi … semplicemente perché lui non può sbagliare.
Non è con l’ipocrita immagine dell’uomo tra gli uomini, così come da qualche anno si sta cercando di accreditare e imporre come obbligatorio “sentir comune”, che può giustificare quel che giustificabile non è. Forse sarò io ad aver capito male, o magari ricordo male e faccio confusione, ma è vivo e nitido in me il ricordo di quel che quei sacerdoti e quelle suore, che ci insegnavano la dottrina cristiana per prepararci alla Comunione, ci dicevano. Se è indiscutibile che tutti, nessuno escluso, siano fallibili … chi è chiamato a rappresentar la Chiesa, per quel che rappresenta e che è poi quel che tenuto insieme e fatto crescere nei secoli la Chiesa cattolica, non può essere la stessa cosa.
Una cosa è l’uomo .. altra è quel che rappresenta.
Non cogliere questa differenza non è immune da conseguenze e questo, da molti descritto alla stregua di un piccolo, insignificante episodio, è un segnale allarmante, che ci avverte che siamo giunti a uno stadio ancor più preoccupante del processo di disfacimento che, da troppo ormai, sta minando la Chiesa dal suo interno.
Anche se non mi piace pensarlo, ho il timore che quei due colpi assestati sull’avambraccio di quella donna, di nessun rilievo se dati da chiunque … ma enorme per l’erede di Pietro, sia uno dei non pochi segnali che si sia ormai inesorabilmente rotto qualcosa nella Chiesa …
Chiudo con due sole riflessioni, personali che traggo dal mio passato.
Quando il Papa veniva portato con la sedia gestatoria, in alto, sopra i fedeli che lo attorniavano, nessuno pensava che fosse lui, l’uomo, al di sopra degli altri e rappresentasse, come nell’antichità, la personificazione della divinità, ma molto più semplicemente che fosse il simbolo da offrire ai fedeli perché potessero vederlo dinanzi al loro.
Averlo fatto scendere è stato l’errore, ma così gli “Illuminati”, che sono sempre esistiti in ogni epoca, quelli che hanno la presunzione, loro sì, di esser al di sopra degli altri, lo hanno voluto, e si è avviato un processo di distruzione, ormai sotto gli occhi di tutti, contro il quale sembra nessuno sappia da che parte girarsi.
Non voglio mettermi a disquisire se sia stato giusto, o meno, ma solo porre una domanda: siamo davvero sicuri che sia stato un bene far scendere il Papa tra gli uomini, in quel modo solo apparente, rimanendo ben distante nella realtà? O forse non era meglio quando i fedeli lo vedevano lì, in alto, non come uomo superiore agli altri, ma come uomo che rappresentava qualcosa di ben più alto … Dio, e per questo offerto ai fedeli, più per farlo vedere anche da quelli che erano lontani che non per attribuirgli un ruolo divino?Non ho ovviamente una risposta, ma la domanda almeno me la pongo.
E comunque, mi piacerebbe tanto sapere cosa quella donna ha detto a Bergoglio … tale da suscitare quella reazione.