La Lega apre una sede a Roma. Se ce lo avessero detto vent’anni fa, durante quelle incontrastate e tranquille estati che vedevano Umberto Bossi, alle sorgenti del Po, in cui si scagliava contro la Capitale d’Italia e il suo sistema infetto, non ci avremmo creduto. Che il Carroccio poi, a Roma, decidesse di piazzarsi in quella via delle Botteghe Oscure che ospitò, per gentile dono di Alvaro Marchini, il Partito Comunista italiano, sarebbe sembrata fantascienza. Ma Roma, che nel giro di un giorno – il 28 febbraio del 380 d.c. – passò dalla religione pagana a quella cristiana, è già abituata a ribaltoni di questo tipo. Certo che questa, anche nei romanzi fantasy, sarebbe stata difficile da prevedere.
È un ciclo che si chiude, nelle vie di questo quadrante storico, che vede nell’isolato accanto il Campidoglio, storica sede municipale di Roma sin dall’antichità, e in quello accanto ancora Palazzo Venezia, prima ambasciata austro-ungarica, e poi l’ufficio di Mussolini durante il ventennio. E ancora: di fronte c’è quella via Caetani, tragicamente scolpita nella memoria della prima Repubblica, dove il cadavere di Aldo Moro è stato rinvenuto all’interno di una Renault 4 rossa. Il luogo, nelle feroci ma coltissime menti delle Brigate Rosse, non era scelto a caso. Via Caetani si trova proprio a metà tra quegli ottanta metri – ottanta – che dividevano la sede del Pci di Berlinguer da quelli della Dc di Piazza del Gesù.
E se è vero, come diceva Marx, che la storia si ripete prima come tragedia e poi come farsa, questo luogo, agli albori della seconda Repubblica, ha infatti visto sparire d’improvviso il bianco e nero delle tragedie delle Brigate Rosse, dei funerali di Berlinguer (il cui corteo partì proprio da qui) dei lunghi vertici tra Fanfani, Rumor, Zaccagnini e Forlani, e della luce sempre accesa, notte e giorno, dal balcone di Piazza Venezia (il Duce lavora sempre, credevano i passanti alzando lo sguardo), di tutto ciò che questi luoghi, racchiusi in pochi metri, hanno rappresentato in cinquant’anni di politica romana.
È così che oggi la Lega, non solo sceglie di aprire una sede nella ex ‘Roma ladrona’, ma proprio nella stessa via, nel palazzo di fronte, di un luogo simbolo della sinistra che, in verità, era già stato profanato da un supermarket, in luogo della vecchia redazione di Rinascita, fondata da Togliatti e settimanale ufficiale del Pci.
Ma se è vero, come è vero, che gli operai e i ceti più bassi votano Lega e che il Pd, soprattutto a Roma, è divenuto il primo partito dell’alta borghesia allora, davvero, il cerchio si è chiuso. E quanto meno gli operai torneranno a guardare a Botteghe Oscure come il loro punto di riferimento. Forse Marx, su questo, aveva proprio ragione.