“Gli avversari si battono alle elezioni”, tuona Giorgia Meloni contro la sinistra, gialla e rossa, che da lì a poco manderà a processo Matteo Salvini per la faccenda della Open Arms. Tenta il tutto per tutto per salvare l’alleato da un processo che sa di vendetta politica. Ma gli avversari si battono anche andando a processo.
L’autorizzazione a procedere nei confronti dell‘ex ministro dell’Interno per la vicenda dei migranti bloccati a bordo dell’imbarcazione capitanata da Carola Rackete, infatti, è manna dal cielo per Salvini.
Manderà a sbattere la maggioranza ottusa e forcaiola di Conte.
E l’asticella dei sondaggi tornerà a lievitare per il leader della Lega.
E non per il cappellino della Guardia Costiera sfoggiato in Senato, con il quale l’ex ministro ha voluto giustamente onorare chi difende i nostri confini. Anche se non si capisce bene se debba difenderli dai clandestini o da leggi e decisioni di un governo che più anti italiano non si può.
Corpo che fa il paio con quello della Guardia di Finanza nel monitoraggio dei nostri porti.
Quello della motovedetta che la ‘Capitana’ Carola Rackete senza pensarci sù speronò e che le anime belle accusarono pure di non essersi scansata.
L’invasione di clandestini di questi giorni sulle coste siciliane è sotto gli occhi di tutti.
E che il metodo Salvini sia stato l’unico ad arginare il fenomeno l’ha capito anche il mio gatto.
Ma quelli al governo no.
O almeno fingono e tirano dritto.
E non vedono che davanti a loro c’è il baratro.
E poi le capriole del “venditore di tappeti”, così pare il senatore Salvini abbia definito Matteo Renzi.
Il bulletto di Rignano giustizialista a giorni alterni.
Colpisce l’astio becero di Conte.
Ma lui dov’era quando il ministro bloccava la nave e chiudeva i porti?
E l’affaire Palamara dove lo mettiamo?
“Salvini è innocente ma va attaccato”.
Il governo esulta.
” Salvini a processo”.
I compagni gialli e rossi cantano vittoria.
Ma si accorgeranno presto che è una vittoria di Pirro.