La vendetta è un piatto che alla Camera viene servito alla quinta votazione. La Casellati impallinata dal fuoco amico, perché se Fdi e Lega hanno fatto il proprio dovere e sono stati leali, come ha affermato Giorgia Meloni alla chiusura del primo spoglio, si fa presto a capire chi ha tradito la linea dettata da Matteo Salvini. Almeno 70 i voti di coalizione che sono mancati alla presidente del Senato. Vendetta per un sostegno a Silvio Berlusconi portato avanti con poca convinzione dagli altri due leader dei principali partiti della coalizione? O per una resa un po’ troppo precipitosa all’annuncio del passo di lato del Cavaliere? E la nota che sarebbe circolata (nel centrodestra?) giovedì sera che chiedeva a Berlusconi un ridiscesa in campo, era sincera o solo un modo per ingraziarsi il Cavaliere e placare le sue ire?
E l’obiettivo dei tre leader è veramente quello di dare al Paese un Presidente della Repubblica espressione del centrodestra o stanno facendo rispettivamente già campagna elettorale, ognuno per il proprio orticello? O l’incarico di guidare la spedizione Quirinale conferito al leader leghista nasconde la volontà di qualcuno di buttarlo giù dalla torre?
Tanti interrogativi. Troppi. E i risultati si vedono. Il caos. Bruciati cinque nomi in cinque giorni. Roba da far impallidire Carlo Verdone con la sua commedia “Sette chili in sette giorni”.
E per qualcuno il risultato del voto di oggi, con la comparsa dei tanto temuti franchi tiratori presenti ad ogni elezione del Presidente della Repubblica che si rispetti, è già l’Armageddon del Centrodestra. Certo, la figura non è stata delle migliori anche perché c’era da aspettarselo che andava a finire così. Ma gli altri, va detto, non stanno facendo meglio. Soprattutto il Movimento Cinque Stelle, che quanto a lacerazioni interne non può invidiare nessuno.
E poi c’è il buon senatore Renzi, che potrà anche essere un campione di antipatia ma sta dimostrando di essere un gigante della politica in mezzo ai nani. Appena il centrodestra ha annunciato di votare Maria Elisabetta Casellati alla quinta chiama, si è schierato con il centrosinistra dichiarando l’astensione di Italia Viva. E siccome i rapporti tra Enrico Letta, segretario del Pd, e Renzi non si possono certo definire sereni, allora viene da chiedersi perché il segretario di Italia Viva ha fatto la stessa scelta di Pd, Leu e M5S. Magari questa mossa non vuol dire niente, ma vista la scaltrezza politica dell’ex rottamatore la questione merita almeno una citazione.
Adesso, però, nel Centrodestra è caccia aperta ai franchi tiratori. Il primo indiziato, come sempre nei gialli, è il maggiordomo. E qui, forse, non siamo lontani dalla verità. Se è vero che Lega e Fratelli d’Italia hanno rispettato l’indicazione di voto, allora non resta che Forza Italia (partito di provenienza della Casellati) e qualche altro alleato, tipo Coraggio Italia che conta 19 grandi elettori.
E mentre il centrosinistra continua a tacere e a bocciare solamente le candidature del centrodestra, Salvini ha comunque calato la sua rosa. Ma, anche se è vero che non ci sono rose senza spine, qui si intravede un ginepraio che rischia di incastrare la coalizione. Irrimediabilmente.
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