Ma quanta paura fa la torta di mele al Guardian?
300 g di farina “00”
· 16 g di lievito in polvere per dolci
· 150 g di zucchero semolato
· 3 uova
· 100 g di burro morbido
· 1 dl di latte
· 4 mele (preferibilmente renette)
· scorza di 1 limone
· 1 pizzico di sale
Torta di mele, ricettina facile e veloce, ma di questi tempi quando addentate la prima fetta, potrebbe arrivarvi uno scappellotto.
Sputate immediatamente non è aria.
Non ve lo dice la buonanima di nonna memore delle ruberie in cucina prima del pranzo, ma quella di un liberal progressista oltremanica. Eh sì, perché dalla Gran Bretagna, dalle pagine di maggio del The Guardian, fa eco la teoria stiracchiata che associa uno fra i dolci più buoni ed i ricordi più belli dell’infanzia addirittura alla colonizzazione della Colombia, da dove si inventano, arriverebbero le mele.
C’è andato di mezzo anche lo zucchero, raccolto dagli schiavi, ma le mele han preso il colpo peggiore. Le truppe cammellate del “politically correct“ da tempo gli facevano la posta. Più subdoli di Eva, quando ebbe a staccarne una dall’albero lasciandoci tutti nei casini, si sono agganciati ai fatti personali di Biancaneve. Così tonta da non essersi accorta che il principe, con quel bacino alla Caruso Paskowski, le avesse fatto un abuso. Che poi, noi donne siamo furbe, mica dormiva, stava con un occhio chiuso ed uno aperto: quando mai ricapita uno gnocco così a chi passa la vita a lavare i panni ai sette nani? Su questo non hanno avuto da ridire, i furbacchioni.
Beato chi non ha null’altro da fare che sostenere sciocchezze di tale portata anche, e qui sta il grave, mettendo in ridicolo temi seri ed importanti come abuso e violenza sulle donne.
Han colpito di nuovo, i burloni della “cancel culture” e quest’ultima novella della Apple Pie o Torta di Mele o Tarte Tatin, conferma che parliamo di un fenomeno transnazionale, partecipato da chi fa parte di una koiné del tutto propria, la quale non avendo dietro di sé l’autorità della legge, troppo spesso tollerata, spinge più o meno forte dal basso, fomentando la piazza. Giudica te…a posteriori anche se solo hai mangiato la torta di mele te la manda di traverso.
Brutti figli d’un progressismo che non siete altro… un movimento eversivo, con finalità anti-nazionale, perché cancella i simboli delle identità delle Nazioni e lo fa colpo su colpo, sragionando su una fetta di Apple Pie, ma non a caso, perché talmente tradizionale ed identitaria che, se possibile, è più americana dell’America stessa. Sciocchezze che fanno più rumore di una donna abusata, di un bambino bullizzato, di un uomo discriminato e generano il grigiore dei valori veri, spiccando come cultura e cancellando il più possibile ogni voce discordante sulla pubblica piazza.
Ci vuole possibilità di replica. “Bisogna fermarli, prima che sia davvero troppo tardi”, ha commentato la giornalista Maria Giovanna Maglie. Buona, faccio la torta di mele, penso. Maglie con penna e ragione, io con mestolo di legno e irriverenza dalla cucina. Alla fine l’Italia ci guadagna.
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