Ci sono due settori della vita pubblica dove in queste ore drammatiche per il mondo ci si sta distinguendo per scelleratezza e gravità dei comportamenti. Il primo è il mondo dell’informazione che fin dalle prime ore dell’aggressione terroristica di Hamas ad Israele non è riuscita a fornire un servizio serio, equilibrato e non smaccatamente schierato. Vanno in onda trasmissioni e talk, vengono pubblicati articoli che hanno segnato e segnano continuamente il passo con un livello di obiettività pressoché azzerato da prese di posizione unilaterali e che propongono allo spettatore o al lettore tesi partigiane veicolo di disinformazione.
L’ultimo esempio in ordine di tempo la trasmissione Piazza Pulita di ieri sera in onda su La7, dove il conduttore della stessa, che dovrebbe dimostrarsi moderatore equanime e imparziale nel permettere di proporre agli ospiti i loro pensieri, cosa che non avviene, é riuscito ad infilare la “perla” dei giornalisti internazionali, come documentato con foto ed immagini, al seguito dell’attentato terroristico di Hamas testimoni di una “azione di guerra” e quindi lecitamente presenti in quel contesto. Se Formigli avesse permesso agli ospiti di replicare, probabilmente gli sarebbe stato spiegato che ai giornalisti viene permesso di essere presente su scenari di guerra dagli eserciti e definiti in quel caso “embedded”.
A memoria d’uomo non si ricordano operatori dell’informazione al seguito di una azione terroristica.
Hamas il 7 ottobre ha compiuto un azione terroristica, non di guerra e i giornalisti che avevano ricevuto la “soffiata” di quanto stava per accadere, eventualmente, avrebbero dovuto denunciare preventivamente il reato e non seguirlo in maniera compiacente.
Lo stesso scenario di parzialità e di una conduzione poco equilibrata e palesemente schierata é quella di Bianca Berlinguer a “È sempre Carta Bianca” in onda su Rete4 dove, anche lì, la conduttrice non riesce a dimostrarsi serena ed imparziale come dovrebbe essere, deontologicamente, chi modera talk di questo genere e manifesta la sua totale adesione alla causa palestinese. Per non parlare di “Propaganda”, altro contenitore di La7 che già nel titolo della trasmissione si autocelebra e diventa tale, ossia propaganda per una parte in conflitto.
Dimostrarsi costantemente e preventivamente “filopalestinesi’ fa solo il gioco dei terroristi di Hamas, che sfruttano mirabilmente la cassa di risonanza che gli si da qui in Occidente in maniera più o meno consapevole. Non si favoriscono le aspirazioni del popolo palestinese se non si denunciano con forza l’utilizzo della propria gente come scudi umani e degli ostaggi israeliani rapiti come macabra merce di scambio, fisica e morale.
Soprattutto in un momento delicato e pericoloso come quello che stiamo vivendo, pieno di insidie e con il rischio concreto di gesti eclatanti, con manifestazioni di odio antiebraico costanti, oltre alla disinformazione quello che preoccupa maggiormente sono le università italiane. Nei nostri atenei si torna a respirare un profondo malanimo verso Israele, con una virulenza che non si riscontrava dagli anni ’80. Campagne di odio che in quegli anni sfociarono in attentati terroristici palestinesi in Europa e che vide la nostra capitale, Roma, scenario di atti criminali come gli attacchi alla Sinagoga del 9 ottobre 1982 e all’aeroporto di Fiumicino ed al Caffè De Paris del 1985. Lo scenario era identico a quello di questi giorni e proprie dalle università italiane partivano quelle manifestazioni cariche di odio e rancore profondo, che contribuirono in maniera determinante a creare quel clima favorevole per gli attentatori, giustificati e compresi nei loro gesti, ritenuti di lotta partigiana come nei nostri atenei i nostri studenti stanno drammaticamente definendo quelli di Hamas del 7 ottobre.
Una miopia pericolosa quella di non distinguere il terrorismo dalla resistenza che apre a scenari inquietanti per il nostro paese e per l’intero continente.
Siamo ad un punto di non ritorno e l’unica speranza è che ci si ravveda e ci si fermi in tempo, ma questo avverrà solamente se si agirà in maniera responsabile e questo vale soprattutto per chi fa informazione e cultura, prima di precipitare tutti assieme in baratro buio e profondo.