Chi scrive ritiene che il primo problema italiano siano le tasse troppo alte, unitamente ad una burocrazia farraginosa utile solo a dar lavoro ai burocrati. Prima di tutto ai giudici, a pari merito tra i problemi italici: anche il giudice Pignatone, Procuratore capo di Roma, ebbe il coraggio di dire – a Dogliani qualche anno fa, in compagnia di Carlo De Benedetti se ricordo bene – che troppi giudici se non possono incriminare un soggetto lo “sputtanano”, o qualcosa del genere [ho la registrazione delle sue parole, ndr]. Da qui le troppe sentenze postume di assoluzione di personaggi pubblici e politici (Bertolaso & Co. ad esempio, o anche la sindaca Raggi a Roma prima messa alla gogna e poi assolta perchè il fatto non sussiste, o Scaglia di Fastweb; o il giudice Diego Curtò della Procura di Milano che fece impropriamente fallire Montedison dietro tangente: pensate davvero che gli stranieri vogliano investire in Italia con una giustizia così?). Ossia la magistratura – di cui Grasso fa/faceva parte – sembra essere usata per fare pulizia (ma assolutamente senza giustizia). Da questo deriva il mio enorme scetticismo per i giudici come Grasso in politica: che i giudici facciano prima “bene” i giudici, poi ne riparliamo. PER LEGGERE L’ARTICOLO INTEGRALE CLICCA QUI