a cura di Eques
Solo in Italia si riesce a montare un “caso” per espressioni di apprezzamento verso le Forze dell’Ordine da parte del ministro dell’Interno. Sembra sia ormai una moda che ha colpito molti che occupano posizioni istituzionali, quella di aggredirne altri, per motivi difficilmente comprensibili alla gente comune, e gridare poi accompagnati dal solito coro di supporters, di esser loro gli aggrediti!
È vero che all’impudenza non c’è limite, ma qualche volte si travalica davvero la misura!
In molte interviste, su molti giornali, e in svariate trasmissioni televisive, tutti accomunati nell’opera di demonizzazione dell’orribile nemico, si sono sentite le più originali teorie su un fatto che, banalità nel merito a parte (l’espressione di un semplice apprezzamento per un’operazione di polizia), ha evidenziato sin dove possa condurre l’odio, individui che, se non altro per il ruolo ricoperto, avrebbero il dovere (morale e non giuridico) di comportarsi con compostezza, riservatezza ed equilibrio.
Ha detto bene un magistrato, oggi in quiescenza (non dirò mai “ex”, come è divenuto abitudine appellare chi è in pensione, da parte di molti giornalisti, espressione che trovo offensiva e sminuente), in un articolo di qualche tempo fa, il dottor Carlo Nordio,
Ebbene, questo signore, sulla cui immagine cristallina, credo nessuno possa adombrare sospetti, ha ben stigmatizzato, e dolendosene amaramente, come sia ormai divenuto imprescindibile che il Legislatore regolamenti nei minimi dettagli alcune norme, per arginare la pericolosissima deriva proveniente da troppe sentenze che lui ha definito “aberranti”, e che, nel concreto, invece di applicare le norme, le “interpretano”.
Dovrebbero far riflettere tutti le parole del dottor Nordio, e non lasciarle nel dimenticatoio in cui tutto, per fortuna di molti, troppo spesso cade.
È proprio questa la ragione, e al tempo stesso la causa, che impone, come giustamente evidenziava Nordio, di porre un freno a personali interpretazioni di norme che, purtroppo, dobbiamo constatare, sempre di più, da eccezione, sta divenendo regola.
Pensando a quel che ha scritto, viene in mente un vecchio detto, che circola, non solo tra gli Avvocati, che dice: “Le norme si applicano per tutti. Per gli amici si interpretano”.
E così, tanto per fare un esempio, davvero qualcuno pensa che sia necessario metter mano al tema della legittima difesa, quando la norma (quella originale), era già chiara, oso dire, per chiunque?
Perché è insorta la necessità di rimetterci mano?
Smanie da far west?
Siamo seri, non seguiamo quelli che, loro sì, in eterna campagna elettorale, dicono che sono gli altri ad esserci.
Per la semplicissima, quanto ovvia ragione, che nell’applicazione concreta, la norma è stata, e oggi ancor di più, interpretata secondo personali ideologie, sicuramente neppure immaginate da chi la formulò.
Si deve per forza sentir cianciare tanti incompetenti, che però si presentano alla stregua di esperti, muniti di quell’arma, ben più letale di una pistola, che è il pulsante con cui silenziano gli interlocutori che dicono cose non gradite, su un tema così delicato, quale è quello della “proporzionalità della reazione” rispetto all’azione lesiva?
Senza scendere in disquisizioni giuridiche, che annoierebbero, parliamo per farci capire.
Quando uno è in casa, da solo, con la famiglia, è uguale, e improvvisamente gli piombano dentro, uno o più individui, quali che siano le loro intenzioni (uccidere, stuprare, provocar lesioni, o, come se fosse poco, a sentir questi soloni, solo rubare), ancora volgiamo discettare di proporzionalità!?
Cosa è proporzionale, quando vengo svegliato improvvisamente e brutalmente, son indifeso alla mercè di un aggressore?
Possibile che il numero delle violenze nelle case non induca a riflettere?
Possibile che gli aggrediti vengano condannati a risarcire gli aggressori?
E allora, tornando al tema, come sensatamente può condividersi che una, direi ovvia, manifestazione di soddisfazione da parte del Ministro dell’Interno verso l’operato delle Forze dell’Ordine (che da lui dipendono), e che non rivelava assolutamente nulla (al più, riferiva una notizia inesatta, se fosse vero quel che è stato detto in seguito, e cioè che le operazioni di polizia erano ancora in corso), ma comunque senza fornire alcun dettaglio che potesse non dico compromettere, ma neppure condizionare minimamente le operazioni in corso, avrebbe potuto mettere in pericolo quelle attività di polizia?
Lo sa solo la mente che ha partorito quel comunicato stampa.
E sul pericolo che i ricercati (anzi no, siamo precisi, perché altrimenti poi ci danno degli incompetenti, i soggetti nei cui confronti erano stati emessi, su richiesta della competente DDA, provvedimenti di custodia cautelare in carcere), potessero stare ad ascoltare i tweet del Ministro, che vogliamo dire?
.cioè, questi criminali (o presunti tali), in fuga, mentre sentono il fiato sul collo della Polizia, ascoltano le esternazioni del Ministro?
Non è che magari quei galantuomini (presunti innocenti fino a condanna definitiva, per carità di Dio!), assai più ragionevolmente, al più si saranno collegati sulle radiofrequenze delle Forze dell’Ordine, per sapere in anticipo le loro mosse, piuttosto che mettersi a sentire le assai generiche espressioni di soddisfazione di un Ministro, o di chiunque altro?
Quel che però sconcerta è il dato, assolutamente ignorato da certa stampa, anzi addirittura negato, che con quel comunicato il Ministro ha semplicemente espresso plauso … a commento di una notizia appresa … non dal lattaio, al bar, o da un quisque de populo …. ma dal Capo della Polizia!
Dico, ma qualcuno è davvero uscito di senno, per sostenere amenità del genere?
Poteva il Ministro solo pensare che gli fosse stata riferita una notizia … diciamo solo inveritiera?
Certo, se siamo messi così, e cioè che il Capo della Polizia comunica al Ministro dell’Interno notizie non vere … beh, allora faremmo bene a valutare l’idea di far le valige …
E così, dato che non crediamo affatto che il Capo della Polizia abbia ingannato il Ministro … dato che quel Ministro non ha detto assolutamente nulla in grado di inficiare, condizionare, o, peggio ancora, come qualche illuminato ha pure scritto, compromettere le indagini … la domanda è un’altra …
Che senso ha questa storia?
Espressione della rabbia di uno che, a pochi giorni dal pensionamento (chissà se poi i media lo definiranno ex a lui), si è visto soffiare l’opportunità di mettersi in mostra, per far vedere quanto è bravo?
Pericolo per il successo delle operazioni di polizia in corso?
Non sappiamo i motivi, né in realtà interessa conoscerli, ma di sicuro quel che rimane è solo una cosa … quel che è successo, e che ne è seguito, non ha offerto affatto una bella immagine.
L’unica cosa di comprensibile è che il Ministro si è complimentato con le Forze dell’Ordine, e un magistrato, che, teoricamente almeno, dovrebbe esser anche lui contento, si è adombrato … tanto da emanare un comunicato stampa.
Ringraziando il cielo, la laurea in giurisprudenza e l’esperienza professionale, le hanno anche altri, molti, quelli che svolgono il loro ministero, siano magistrati che avvocati, in modo misurato e composto, silenziosamente, senza proclami, giornalaie e comparsate televisive.
La domanda però, alla fine, è un’altra.
Ma davvero c’è ancora chi crede che la gente creda ancora a tutto quel che le viene propinato, spesso da chi ha gestito un qualsiasi potere, e che poi, dopo averlo perso … ha le ricette giuste per tutto!?
E perché non le avete fatte quando eravate sul seggiolone quelle cose?
Fate pure … la libertà di pensiero, e anche di espressione, vale per tutti … e quindi anche per chi dissente dai vostri proclami o diktat, o quel che sono ….
Ad maiora …