Non era mai accaduto nella storia della Repubblica che occorressero oltre ottanta giorni per comporre il mosaico consegnato dalle elezioni. Mai era avvenuto che il colloquio più solenne delle istituzioni repubblicane, quello tra Capo dello Stato e il Presidente del Consiglio incaricato venisse interrotto da un comizio di uno dei due azionisti di maggioranza. E mai era successo che sul nome di un ministro fosse fallita la formazione del Governo tanto da portare il Presidente del Consiglio incaricato a rinunciare al mandato. Di certo, se sui cambiamenti doveva nascere, questa terza Repubblica non ha tradito le aspettative.
Sul nome di Paolo Savona lo storico accordo s’è rotto di fronte al muro, impenetrabile, che il Quirinale ha innalzato di fronte ai “diktat” delle forze politiche che avrebbero, secondo il Colle, leso le prerogative presidenziali. E il discorso da Terni di Salvini, un po’ come quello di Stradella ma in versione 2.0, è il primo atto di questa nuova contesa all’insegna del “è colpa dell’Europa e delle agenzie di rating”. Certamente un salto nel buio in un momento in cui sembrava potesse aprirsi uno spiraglio: lo spacchettamento del Mef e Savona alle Finanze. Inaccettabile per Salvini. E per la prima volta un Presidente della Repubblica si presenta di fronte agli italiani per assumersi la responsabilità totale del fallimento del mandato e della rinuncia di Giuseppe Conte, già meteora. “Li ho agevolati – ha detto Mattarella – Ho atteso i loro tempi e l’approvazione del programma dai rispettivi elettorati pur consapevole delle critiche. Ho accolto la richiesta su Conte superando ogni perplessità e ho accompagnato il lavoro per formazione del governo. Nessuno può dire di averlo ostacolato, come mio dovere in presenza di una maggioranza parlamentare. Il ruolo del Quirinale non può subire imposizioni. Avevo chiesto al Mef una figura che non sostenesse l’uscita dall’euro. Lo spread brucia risorse nei nostri risparmi, sono in pericolo i conti, i mutui, i tassi di interesse” ha aggiunto un Mattarella inedito.
In extremis dichiara: “Nelle prossime ore assumerò iniziative” che prelude, forse, a quel governo neutrale rimasto nel cassetto e che ora potrebbe tardare quelle elezioni che rappresentano una mezza sciagura per la sinistra e forse anche per lo stesso Movimento 5 Stelle che, come la Lega, comincia invocare lo spettro della messa in stato d’accusa. L’House of Cards versione italiana ha dunque terminato la trasmissione della prima stagione.