Il Governo alla prova del Mes e non solo. Al momento il clima a Palazzo Chigi appare teso, anche per la crisi all’interno del Movimento 5 Stelle legata proprio alla vicenda del Fondo salva stati europeo.
Rimpasto sì, rimpasto no. Ma anche, forse, la caduta del governo, quindi. Tutte ipotesi aperte, almeno fino al 9 dicembre quando in Parlamento si voterà sul discusso Mes.
Forza Italia manterrà in vita questo Governo o farà crollare una volta per tutte la fortezza grillina di Conte & Co? Certo è che con il voto sullo scostamento di bilancio e il successivo ‘no’ alla riforma del Mes, la mossa del Cavaliere è riuscita bene, quantomeno per tenere gli animi del centrodestra più tranquilli, anche se con il nuovo dpcm di Natale e le nuove misure hanno messo un po’ in crisi la pace tra gli alleati e non. Il voto sulla riforma del Mes sta diventando oramai fondamentale per capire se questo Governo avrà o meno i numeri per sorreggersi e continuare a esistere.
Tuttavia, sono mesi che si rincorrono le voci che vedrebbero la volontà di alcuni membri del Senato di formare un gruppo per appoggiare Conte e traghettarlo fino al 2023, ma erano e sono per il momento solo rumors. Gli animi tra i Palazzi del Parlamento scalpitano e sembrerebbero in pochi, in realtà, a voler vedere il Presidente Conte ancora alla guida, in solitaria, del Paese. La gestione della pandemia, della scuola e dei fondi per aiutare famiglie e imprese, non sono piaciuti ai più e si sta pensando a come muoversi per raddrizzare un po’ le strategie d’intervento, sia in ambito sanitario che economico.
Le partite sui cui la maggioranza si giocherà il futuro sono due: la gestione dei soldi del Recovery Fund, che tutti sanno essere fondamentali per il rilancio del Paese post pandemia, e l’elezione del nuovo Capo dello Stato. E tutti sanno anche che questa volta il Governo per reggere si troverà costretto ad ascoltare tutte le forze del Parlamento, della società civile, e Conte non potrà più muoversi nello scacchiere da solo.
A proposito di manovre di Palazzo, da segnalare i cambi di casacca dell’ultimo periodo: da Laura Ravetto che da Forza Italia è passata alla Lega, a Flora Frate che dal Movimento 5 Stelle è andata ad Azione, fino a Elisa Siragusa che dai 5stelle si è trasferita nel Misto. Poi, ancora, quattro europarlamentari, sempre M5S, hanno lasciato il Movimento prima di essere espulsi.
Ma a far notizia sono le componenti che si sono formate in questa fase, come l’unione a sinistra tra Azione e +Europa alla Camera e al Senato, con Emma Bonino, Matteo Richetti, Nunzio Angiola, Enrico Costa e Riccardo Magi i quali hanno dichiarato di aver scelto “l’opposizione intransigente al Governo Conte bis, muovendo da posizioni europeiste e liberaldemocratiche antitetiche a quelle di Lega e Fratelli d’Italia”. La loro intenzione sembra proprio quella di fare un’opposizione critica al Governo, lasciando sempre però uno spiraglio, forse, a Conte perché “al di là dei numeri parlamentari intendiamo rafforzare la nostra azione politica, che sia severa ma sempre costruttiva”, hanno sottolineato.
Nel centrodestra moderato, invece, troviamo Popolo Protagonista, guidato da Gianluca Rospi (ex M5S) che con l’arrivo della senatrice Tiziana Drago (sempre ex M5S), ha ampliato la sua azione anche in Senato e può contare su gruppi parlamentari in entrambe le Camere. Sebbene l’operazione sia portata avanti sottovoce, pare sia in corso la creazione di un nuovo contenitore moderato di area popolare, assolutamente nuovo e senza gli appesantimenti di partiti e soggetti che da 20 anni hanno egemonizzato quell’area politica rendendola, però, ormai marginale dal punto di vista elettorale. Un progetto che, nel caso di Popolo Protagonista, ha l’obiettivo di “voler costruire insieme agli uomini e alle donne di buona volontà, a coloro che credono nella centralità della persona, nella sua dignità, una nuova visione di Paese, che si fonda sui principi del popolarismo italiano ed europeo”, come si legge nel loro Manifesto. Il progetto politico portato avanti dai parlamentari Gianluca Rospi, Fabiola Bologna e Tiziana Drago sembra andare nella direzione opposta al Governo con un piano definito su temi cardine come la famiglia, la sanità, le infrastrutture, la scuola, l’economia e l’ambiente. Tra le loro priorità, vi è la volontà di proporre una vera e propria riforma strutturale di settori strategici per Paese, ad iniziare da una seria riforma fiscale che consenta di abbassare le tasse alle Partite Iva, impegnandosi per un ritorno dei principi di sussidiarietà e solidarietà e guardando con estrema attenzione alle azioni politiche europee.
Ora non resta che aspettare le prossime mosse del Governo, della maggioranza e delle opposizioni rispetto ai grandi temi come l’utilizzo del Mes, i progetti per il Recovery e il rilancio dell’economia post pandemia. Perché è in questa fase che si capirà in che modo questi gruppi politici emergenti si collocheranno nel grande scacchiere politico italiano. Adesso la conta dei voti è iniziata: vedremo chi la spunterà.