Ancora una volta il mondo definito liberal ha preso una cantonata. Per le elezioni Usa del 2020, indipendentemente da chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden o Donald Trump, la “sinistra allargata” che comprende commentatori, giornalisti e sondaggisti (i presunti pensatori insomma, quelli che ritengono di avere sempre la verità in mano), dimostra di non conoscere l’umore di quello che loro, con l’arroganza pseudo aristocratica che li contraddistingue derivante da una presunta superiorità culturale (questa sì profondamente razzista e classista), definiscono il popolo. Perché per conoscerlo, il popolo, bisogna frequentarlo cari salottieri. Non basta salire in cattedra e pontificare dall’alto della vostra saggezza divina, che voi credete provenga da Dio. Sì perché voi pensate di essere il popolo eletto. Invece poi arriva un personaggio come Trump e per la seconda volta spariglia le carte, manda all’aria le previsioni, smentisce i sondaggi, vi manda in confusione e rende ridicoli i vostri ragionamenti a favor di telecamera.
Che pena!
L’aspetto incredibilmente divertente delle elezioni Usa 2020 è vedere i volti di commentatori e giornalisti sbiancare quando hanno capito che la famosa onda blu non ci sarebbe stata. Nelle loro previsioni marziane, Trump non avrebbe raccolto neanche i voti della sua famiglia. E invece, sorpresa delle sorprese, il presidente degli Stati Uniti è stato votato da milioni di americani. Molto probabilmente non siederà alla Casa Bianca per i prossimi 4 anni, ma sicuramente ha stravolto le previsioni di voi pensatori. Mi piace definirli così, pensatori, perché li immagino mentre le menti si contorcono per decidere quali sono le verità assolute che devono valere per l’intero globo terrestre.
E durante le lunghe dirette tv per seguire lo scrutinio in Usa, lentamente ma inesorabilmente ha preso piede una sorta di mea culpa collettivo. Le analisi e i commenti sull’esito parziale del voto hanno portato molti pensatori liberal ad ammettere che sì, forse avevano sbagliato le previsioni. Che Trump può contare su un elettorato importante e quindi forse detterà la linea dei repubblicani d’America nei prossimi anni. Perché, scoprono ad un certo punto, l’America è un paese profondamente diviso e il partito Democratico vive grandi lacerazioni interne. E poi, le menti raffinate che negli anni hanno firmato editoriali infuocati contro Trump, si spingono verso terreni davvero inesplorati ammettendo che Joe Biden, tutto sommato, è una candidatura che dimostra la crisi interna dei Dem. Altri ancora, come in preda ad un flusso di coscienza, ricordano come è andata a finire nel 2016 quando Donald Trump sconfisse Hillary Clinton. Finì che anche quella volta non capirono nulla, non compresero il popolo e basarono le analisi sui loro desiderata piuttosto che sulla realtà.
Questa volta, però, hanno avuto 4 anni di tempo per rasserenare gli animi dopo la sconfitta della Clinton e provare a leggere e interpretare l’umore degli elettori. E invece no, sono partiti nuovamente con la solita retorica, dispensando lezioncine di democrazia a destra e a manca.
Non cambierete mai, vero? Continuerete a raccontare il mondo non per quello che è ma per quello che vorreste che fosse. Continuerete a esportare il vostro concetto di democrazia anche con le armi, perché solo questo sapete fare. Salvo voi condannare la violenza con visi contriti, sempre a favore di telecamera. Ma nel profondo delle vostre anime buie covano sentimenti come odio e razzismo.
Ascoltate in Conte Max, scegliete un bravo psicologo o psichiatra…e fatevi curare!