Mario Draghi al Quirinale e Dario Franceschini a Palazzo Chigi. Tutto pur di non tornare al voto. Anche le capriole. È l’ultima suggestione (o trattativa avanzata), della politica che si prepara ad eleggere il Presidente della Repubblica. E siccome il nome di Silvio Berlusconi ha causato una specie di dramma collettivo (come se il Cavaliere fosse peggio del covid), allora Onorevoli e Senatori stanno cercando una via alternativa. E se questa via passasse realmente per l’incoronazione di Draghi al Colle, ma soprattutto sull’insediamento di Dario Franceschini a Palazzo Chigi sarebbe una brutta, bruttissima pagina nella storia politica del nostro Paese.
Perché in politica non può comandare chi perde. E il Pd, il partito nel quale milita l’attuale ministro barbuto della Cultura, nelle ultime tornate elettorali è sempre uscito bastonato.
E ora pretenderebbe anche di guidare il governo? A quale titolo? E Draghi, capo dello Stato, acconsentirebbe a tutto ciò? Chiuderebbe un occhio, anzi tutti e due, un po’ come l’ormai quasi ex Sergio Mattarella che pur di non sciogliere le Camere permise la nascita di questa maggioranza parlamentare barcollante?
Ma la lista dei nomi candidati al Colle è lunga: da Elisabetta Belloni, attuale direttore del Dis (nome ritirato fuori oggi con clamore ma la notizia è di fine dicembre), fino a quello di Gianni Letta. In mezzo c’è Casini, Amato, Casellati e altri. Più che l’elezione del Presidente della Repubblica sembra quella per Miss Italia. Ma tant’è. Infatti c’è anche qualcosa che somiglia al televoto stavolta, il famoso drive-in che stanno allestendo in queste ore in via della Missione, a fianco di Montecitorio, per permettere di votare ai grandi elettori positivi.
E poi c’è sempre lui, Mario Draghi. Un nome che va maneggiato con cura, come fosse criptonite. Perché se sbagliano esplodono e vanno a casa tutti. E quindi, per evitare il voto anticipato in caso di trasloco dell’attuale presidente del Consiglio al Quirinale (la domanda è: chi altri sarebbe in grado di reggere una maggioranza tanto variegata?), allora si cerca il Presidente della Repubblica e pure quello del Consiglio.
E l’attuale ministro della Cultura sarebbe un nome sul tavolo. E che tipo di maggioranza sarebbe in grado di formare un esponente di spicco del Pd? La Lega e Forza Italia lo supporterebbero?
Soprattutto, il Carroccio potrebbe dire sì ad una compagine governativa guidata da “Cuccureddu“, come da tempo va dicendo Salvini, ancor prima che si affacciasse, almeno ufficialmente, la candidatura di Franceschini. “Tra Maradona e Cuccureddu c’è una bella differenza”, questo fu il parallelo del leader leghista tra la guida di Mario Draghi o di chiunque altro che avrebbe dovuto rimpiazzarlo perché sedotto dal Colle. E chissà se Matteo Salvini alludeva proprio a Franceschini.
E come farebbe la Lega, lanciata nell’operazione “recupero” dei suoi elettori, che hanno masticato amaro sul sostegno al governo Draghi e hanno in parte traslocato, almeno stando ai sondaggi, tra le braccia di Giorgia Meloni? Un piddino a Palazzo Chigi sarebbe dura, durissima da digerire per il popolo leghista.
Ovviamente Franceschini avrebbe l’appoggio del Pd e anche del M5S. E forse anche di Renzi. La paura di tornare al voto è grande. E per questo, riferiscono alcuni spifferi, anche parte della destra sarebbe disposta a sostenere Dario Franceschini presidente del Consiglio nel caso in cui Draghi traslocasse al Quirinale. Roba da fantapolitica? Neanche per sogno. Certo, una scelta del genere creerebbe seri problemi nel centrodestra, magari una frattura insanabile pilotata dal Cavaliere che (forse irritato dal fatto che gli alleati non si sono battuti strenuamente e fino all’estremo sacrificio per la sua elezione al Colle), potrebbe sostenere Franceschini presidente del Consiglio. Il tutto, naturalmente, coperto dal grande e confortevole mantello della “responsabilità”. Una bella favola. Oppure un horror…dipende dai punti di vista.