Bello il discorso di Mattarella. Ma ora chi deve ballare, balli.
Applausi di gente intorno a me, cantavano i Camaleonti nel 1968. Un altro secolo, lontano un secolo politicamente. Dopo la standing ovation al Parlamento per la seconda elezione di Sergio Mattarella, e ora che hanno smesso di spellarsi le mani (tutti), si può anche fare un’analisi dello stuolo di ancelle adoranti che dal mainstream al Parlamento appunto, hanno acclamato il Presidente della Repubblica. Verso il quale non nutriamo alcuna ostilità, sia chiaro.
Osserviamo però, anche con un certo stupore, l’atteggiamento singolare e a tratti bizzarro della classe politica. È vero, non esiste più la politica di una volta così come non esistono più le mezze stagioni. E potremmo continuare all’infinito con le banalità, visto che se ne vedono e leggono tante. Ma proprio non si capisce l’applauso ripetuto (chi parla di 54 volte, chi 56 e chi 52) durante il discorso alle Camere del Presidente. E non si capisce perché tra i plaudenti c’erano pure quelli che Mattarella proprio non lo volevano e che non lo hanno votato. Poi c’erano quelli che lo hanno votato ob torto collo e quelli che invece, nel 2018, chiesero l’impeachment. Si dirà: ma le cose cambiano e pure le opinioni. E cambiare opinione è sintomo di intelligenza. Anche qui potremmo andare di banalità e frasi fatte a iosa. Non sappiamo se ci fosse o meno l’alternativa a Mattarella, ma da quello che è emerso, sicuramente la paura di veder crollare il governo con l’elezione di un altro Presidente ha messo tutti d’accordo, ognuno per le sue ragioni. Che non sono per tutti le stesse. E poi ci sono i duri e puri, quelli sì che hanno fatto la differenza. Almeno fino al giorno in cui Mattarella è arrivato a Montecitorio per il discorso di insediamento. In quella circostanza anche i duri e puri hanno applaudito. E hanno applaudito addirittura quelli “granitici”.
Mentre Salvini aspettava l’applauso corale del Parlamento al discorso di Mattarella non sulla riva del fiume, ma a casa sua, dopo che il tampone gli aveva rivelato di essere positivo al Covid.
Dopo tante critiche alla sua persona, sul suo operato nelle trattative per il Quirinale, sarà sobbalzato sulla sedia. Perché, per usare un eufemismo, la decisione finale del leader della Lega di votare il Mattarella bis per non procedere ad oltranza con un muro contro muro, che avrebbe portato a sbattere il Paese, era stata compresa da molti ma non da tutti. Una valanga di “ditini puntati” contro il kingmaker del centrodestra e soprattutto non solo da sinistra. Anzi.
Ma ora che il Presidente stesso ha sottolineato la necessità di una sua assunzione di responsabilità verso un Paese che deve uscire in fretta dall’emergenza accettando il secondo incarico, tutti a fare la ola.
E gli applausi più vibranti sono scattati sulla stoccata di Mattarella alla giustizia: “I cittadini devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la giustizia e l’Ordine giudiziario”.
Parole che non fanno una grinza. E ci mancherebbe.
Anche se, e lo ricordiamo con rispetto verso Sergio Mattarella, ma lo ricordiamo, fino a ieri c’era sempre lui a capo del CSM. E nulla finora è stato fatto per cambiare il cosiddetto “sistema Palamara“.
Ma attendiamo fiduciosi, perché domani è sempre un altro giorno, anche se il Presidente è sempre lo stesso.
E perché meglio tardi che mai.
E tutte le banalità e le frasi fatte di cui dicevamo all’inizio.
Ma soprattutto, e ci uniamo al coro, perché il discorso di Mattarella è stato bello. Sì, bello.
Ora speriamo che chi deve ballare in Parlamento, balli.