da Eques
Borrometi e Ruotolo si autospendono dall’Ordine. Come diceva quel personaggio di Montesano? “E che vor di’?”. Grande annuncio … da far tremare i polsi, anche ai più duri. Questi due hanno proclamato che si “autosospendono” dall’Ordine dei giornalisti! E che significa? Che non scrivono più? Perdono lo stipendio … o fanno solo i capricci? Mi ricorda quel “mi butto per terra e mi sporco tutto!” di una volta.
E vabbè che ormai è diventato di moda proclamare di “autospendersi”, da questo o da quello, tanto è uguale, perché sotto il profilo sostanziale, autosospendersi non significa assolutamente nulla. Ma dico io, volete davvero convincere sempre più gente della inopportunità di mantenere assoluta libertà di espressione del pensiero a tutti?! E sì, perché a continuar così, forse non ve ne siete accorti, ma la gente si è stancata. Sì, stancata di sentir propinare corbellerie, fesserie, amenità e quant’altro, come se fosse il verbo.
Mi torna in mente un mio cuginetto che, molto piccolo, quando si arrabbiava iniziava a dire, a mo’ di minaccia: “Non parlo più!”. E più lo si ignorava e più ripeteva questa litania, fino allo sfinimento del malcapitato! Ma quello …. aveva quattro anni però!
E allora, vabbè libertà di pensiero e di sua espressione, ma siamo sicuri che le pretese di questi due rappresentino espressione di quella libertà?
In nome del diritto di libera espressione del pensiero costoro pretenderebbero, oltre che di esser gli unici titolati a decidere chi sia razzista, xenofobo, fascista (ma pare sia allo studio anche l’estensione del sistema ad altri campi per decidere, sempre loro ovviamente, chi sia … romanista, laziale, juventino), di impedire a chi, come Feltri, esprima idee a loro non gradite! Alla faccia della libera espressione del pensiero!
Ma perché c’è sempre più gente che sente una sorta di furore nel voler far sapere a tutti le più originali idee che gli aleggiano nella mente, specie se abnormi, schifate dalla maggioranza, e sovente del tutto discutibili?Dio (forse, ma non ne sarei sicuro), lo sa!
Sembra essersi innescata una specie di gara a chi la spara più grossa. E va bene che tutti, quindi anche questi due, hanno diritto di esprimere liberamente tutto quel che gli passa per la mente, ma di qui a pretendere che pari diritto non possano esercitare anche gli altri, e nel caso concreto il buon Vittorio Feltri, sembra davvero un pò troppo!
Lasciando da parte il dubbio che questi facciano così solo per la paura che la gente ascolti cose che non deve sapere, perché deve sempre e costantemente esser indirizzata dal (loro) pensiero unico (e per fortuna sempre meno unico), la domanda che ci si pone, confrontando quel che ha riportato il Fatto Quotidiano di oggi con la norma costituzionale è: ma questi qui, si rendono conto di quel che dicono?!
Con quella specie di minaccia (minaccia si fa per dire ovviamente. Sai che minaccia, mi autosospendo. Anche se potrebbe essere anche una bella cosa, se significasse …. smetto di scrivere corbellerie), neppure si son resi conto che sono andati a sfracellarsi contro una delle norme costituzionali più importanti, che tutela proprio quel diritto, e che hanno non dimostrato, ma letteralmente dichiarato, di non capire.
E vediamolo un attimo che dice questa benedetta Costituzione (sbandierata solo per le parti che fanno comodo e dimenticata per le altre). Il 1° comma dell’art. 21 recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Ora, chiarito che non c’è scritto “tutti meno Feltri”, sarebbe interessante capire, come quel principio possa “democraticamente” esser soppresso perchè qualcuno non gradisce quel che dice e scrive Feltri.
Nel tempo è naturalmente capitato anche a me di non concordare sempre con quel che scrive, ma mai mi è venuto in mente di organizzare crociate, autosospensioni o incatenamenti a cancellate sol perché, magari, non lo condividevo. Capirai, se uno dovesse mettersi a far proclami per ogni fesseria, bugia o amenità che quotidianamente inondano l’etere non lavorerebbe più nessuno.
E però, in questo mare di amenità, una cosa seria diciamola: attenti, che se passa il principio di quei due finisce che nessuno potrà dire una sola sillaba, se non in linea con il pensiero di questi sapientoni.
Ma la cosa più bella è che questi due, accusando gli altri di comportamenti usuali nei regimi dittatoriali, pretendono di imporli loro. Fantastico … o solo ridicolo?
Ai posteri (o ai postumi … che forse è più adeguato, visto che quelle amenità sembrerebbero più frutto di un’ubriacatura che di un ragionamento), l’ardua sentenza ….