Alla fiera Montecitorio tutti colpevoli, nessun colpevole. Se la battaglia ingaggiata nel nome del risparmio (più o meno quello di un costo del caffè) fosse stata davvero seria e priva dei connotati del più bieco populismo, piuttosto che il numero dei parlamentari, avremmo ridotto il loro costo. Tra il tagliare con una sforbiciata la rappresentanza parlamentare e addentrarsi – senza troppo impegno, per carità, non oseremmo mai chiedervelo – in una più profonda riflessione sulla “autodichia”, quel privilegio convenzionale e non sancito né dalla Costituzione né dalle leggi vigenti, che sancisce l’assoluta autonomia di Camera, Senato (e Corte Costituzionale) nel legiferare in tema di tema di remunerazioni, i Nostri hanno scelto la via più semplice: quella di un taglio trasversale, senza criterio, senza visione.
Tutti sono colpevoli, tutti: il Movimento 5 stelle, promotore di tale scempio, la Lega, che al Governo la votò, il Pd, che votò ‘no’ quando era all’opposizione del governo gialloverde per poi convertirsi al sì una volta adagiatosi sulle comode ecopelli delle poltrone ministeriali. Forza Italia e Fratelli d’Italia, pur riconoscendogli una vaghezza che li fa stare né di là né di qua, non ne sono completamente esenti. Insomma la politica, ancora una volta, lancia il sasso e nasconde la mano.
Ora la parola passa al popolo bue, che ancora una volta, dopo il Berlusconi del 2006 e il secondo tragico Renzi del 2017, sarà chiamato ancora una volta non al taglio dei costi, ma al taglio del suo stesso diritto di voto, di opinione e di libertà di espressione.
Pensateci bene