Finora l’Europa ce lo aveva fatto capire, ora Ursula von der Leyen lo ha detto esplicitamente, anche se in seconda battuta ha tentato di correggere il tiro. Stavolta, a poche ore dalle elezioni politiche nel nostro Paese, la presidente della Commissione europea non ce l’ha fatta proprio a “tenersi il cecio in bocca” , come si usa dire a Roma.
“La democrazia è un lavoro costante, non si finisce mai, non puoi metterla in una scatola e mantenerla così senza far nulla. In Italia si vedrà alla fine delle elezioni: se le cose andranno verso una situazione difficile, abbiamo gli strumenti”. Così la von der Leyen nel rispondere ad una domanda sulle elezioni italiane del 25 settembre durante un evento all’Università di Princeton, negli Stati Uniti. Una sorta di minaccia, neanche tanto velata, per “invitare” gli elettori italiani a non votare “male”. Forse dire esplicitamente di non votare per i partiti sovranisti deve essere sembrato eccessivo anche a lei. Ma diciamo che si è fatta capire benissimo. Anche se a stretto giro di posta arriva la precisazione di Bruxelles, dopo l’ira di Salvini che era esploso così in merito nel corso di un’intervista al Corriere.it: “Che cos’è? Un ricatto, una minaccia, bullismo istituzionale? O chiede scusa o si dimette, a tre giorni dal voto è istituzionalmente scorretto minacciare gli italiani”. Precisazione, quella di Bruxelles, che se vogliamo è la classica toppa peggiore del buco: “La presidente von der Leyen, nel suo intervento ieri all’Università di Princeton, ha semplicemente affermato esplicitamente che la Commissione lavorerà insieme a qualsiasi governo che vorrà lavorare con la Commissione”. A noi sembra abbia esplicitato altro, a dire il vero. Ma tant’è.
Invece, a sembrare tutto sommato soddisfatta del chiarimento è Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia e, almeno stando ai sondaggi, molto probabilmente futuro presidente del Consiglio, anche se invita Bruxelles alla prudenza. La Meloni da Napoli, a margine del comizio di chiusura della campagna elettorale, evidenzia un possibile errore di interpretazione della stampa italiana in merito alla vicenda. “Mi pare -commenta – che la von der Leyen abbia già mandato una nota per correggere l’interpretazione che è stata data dalla stampa italiana, per la quale le parole sarebbero state un’ingerenza sulle elezioni italiane. Sarebbe stata una cosa francamente fuori misura rispetto al ruolo della commissione”.
Ma il leader della Lega non ci sta al diktat della presidente della Ue e rincara la dose durante la Maratona Salvini sui canali social: “Parole inaccettabili, indegne”. E poi ancora dal suo profilo Twitter: “Rispetti il voto, libero, democratico e sovrano del popolo italiano! Amici di tutti, servi di nessuno”. Gli fa eco, dal suo stesso partito, Susanna Ceccardi, europarlamentare del gruppo Id- Lega: “Le dichiarazioni della von der Leyen sono la morte della democrazia. Si dimetta”.
Ma non è solo la Lega a rivendicare il diritto degli italiani a scegliere democraticamente i propri rappresentanti. “A von der Leyen noi diciamo, con molto rispetto, che non ci attendiamo che la presidente della Commissione europea dia giudizi sul libero gioco democratico italiano”, sono le parole di Matteo Renzi che invita la presidente a rispettare il suo ruolo, ma allo stesso tempo non risparmia una stoccata agli altri partiti italiani. “Solo da noi nessun sovranista anti- Europa”, ci tiene a rimarcare con il guizzo del politico esperto, pronto a giocare le sue carte in ogni situazione, il leader di Italia Viva.
E in ogni caso il 25 settembre eccolo. Ormai ci siamo. Dopo una campagna elettorale un po’ sgangherata e calda. E non solo climaticamente. E prendiamo in prestito, modificandola un po’, la famosa frase di Giovannino Guareschi, ripresa anche nei manifesti elettorali della Democrazia Cristiana del 1948. “Nel segreto dell’urna, Dio ti vede, la von der Leyen no”. E buon voto a tutti.