Alla fine la commemorazione dei martiri delle Foibe sul palco di Sanremo c’è stata. Se sia stata dettata da una reale presa di coscienza della tragedia (dopo tanti anni di battaglie della destra che con Roberto Menia, ora senatore di Fratelli d’Italia, nel 2004 con la legge che porta il suo nome, istituì il Giorno del Ricordo da celebrare il 10 febbraio di ogni anno, per ridare dignità a migliaia di infoibati e ai profughi giuliano dalmati vittime dalla barbarie dell’esercito del maresciallo Tito) o perché, con le polemiche divampate in questi giorni sulla pochezza della kermesse sanremese continuare a fare come le tre scimmiette sull’orrore vissuto da questi italiani sarebbe stato realmente indecente, non ci è dato sapere. Ma c’è stata. Ed è un fatto, un fatto positivo.
Ma poche ore prima nel nostro Paese non sono mancate manifestazioni becere dei soliti idioti. Negazionisti e sostenitori dell’allora Jugoslavia comunista in azione. Roma, Firenze e Bologna: il triangolo della vergogna nel Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe. Nella Capitale, al quartiere San Lorenzo, a due passi dall’università La Sapienza, sono stati affissi manifesti negazionisti sulle Foibe firmati dal collettivo rosso Osa, Opposizione Studentesca di Alternativa. E scritte inneggianti al dittatore Tito che perpetrò quella barbarie contro i nostri connazionali sono apparse anche nelle vie del centro di Bologna.
E come ogni anno, pare infatti che da quelle parti sia un’usanza come il panettone a Natale, al CPA di Firenze Sud, il centro sociale più grande del capoluogo toscano, hanno fatto sventolare la bandiera del battaglione di Tito.
“Mentre si commemorano le vittime delle Foibe, italiani innocenti uccisi barbaramente dai partigiani di Tito e il dramma degli esuli giuliano dalmati, nostri connazionali che persero tutto perché avevano il torto di essere italiani, i ‘compagni’ del CPA Firenze Sud espongono in via Villamagna la bandiera del battaglione di Tito, come a voler rivendicare quei fatti”, così il capogruppo comunale della Lega a Palazzo Vecchio, Federico Bussolin. “Ci sono cose per le quali lo schifo che proviamo supera davvero il limite, e questa è una di quelle – conclude amareggiato Bussolin- Gesti come questo rappresentano una vergogna per tutta la città”.
E sarebbero state due le bandiere esposte, enormi, della Jugoslavia comunista del macellaio e dittatore Tito al CPA di Firenze. Centro sociale che ospitò in passato anche la brigatista rossa Barbara Balzerani nei locali che, come si dice in giro, sarebbero di proprietà del Comune. Locali occupati, chiaramente abusivamente, e che da anni avrebbero dovuti essere sgomberati.
Ma il sindaco del Pd Nardella continua a fare orecchie da mercante e gli “okkupanti” stanno ancora là.
E dopo i deliri della Balzerani sul caso Moro, che proprio in quella sede nel 2018 disse che “fare la vittima sta diventando un mestiere”, ora anche l’oltraggio alle vittime delle Foibe.
Perché non bastavano le parole, indegne, sulle vittime del terrorismo dell’ex dirigente della colonna romana delle Brigate Rosse che portarono anche all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Firenze. No. Ora anche l’esultanza per l’esercito titino dei giovani compagni coccolati e allevati dai vertici del Pd. Compagni sempre dalla parte sbagliata che si accompagnano, spesso e volentieri, a quelli che una volta, in maniera assai poetica, venivano definiti “compagni che sbagliano”.
Come quel “fenomeno” della sardina e neo tesserato Santori, che ha pubblicamente ringraziato Fedez che dal palco dell’Ariston a Sanremo “ha sputtanato il governo e il viceministro Bignami”.
Compagni, continuate così. Organizzate incontri conviviali con i terroristi, inneggiate al macellaio Tito e al suo esercito, oltraggiate i nostri connazionali trucidati per la sola “colpa” di essere italiani, ringraziate Fedez.
Mandategli anche un mazzo di fiori, che magari Blanco prenderà a pedate.
Fatevi del male. Che lo zero virgola vi aspetta. A braccia aperte.