Chi non conosce Argo, il cane di Ulisse. Ma forse pochi sanno come trascorse vent’anni da solo ad Itaca. E Xanto e Balio, i cavalli immortali di Achille, che tentarono di vendicare invano la morte di Patroclo. E il gatto di Antenore. E questi sono solo alcuni degli animali che parteciparono alla guerra di Troia. Eroi che sacrificarono la loro vita in nome di una guerra incomprensibile, sempre fedeli all’uomo. Eroi dimenticati che prendono vita e soprattutto voce nel libro di Andrea Koveos, “Eroi bestiali”, Rossini editore.
Trenta storie, trenta animali, trenta eroi dimenticati. Racconti del tempo epico dell’antichità classica geniali. E leggendo delle loro gesta fioccano le riflessioni. E sono inevitabili i confronti con la storia politica dei nostri giorni. Perché eroica è la pecora uccisa da Aiace, non gli attori del teatrino cui abbiamo assistito nelle scorse settimane durante le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica. Grandi elettori che in Tv da Bruno Vespa narravano di “eroiche” levatacce alle 8,30 per essere presenti ai conclavi delle coalizioni. E sottolineo “otto e trenta”. E lo dicevano senza neanche arrossire. E non facciamo nomi per carità cristiana.
Poi tutti lì ad interrogarsi perché nelle varie tornate elettorali le urne vengono sempre più disertate dagli italiani, che preferiscono il mare o il divano al voto. Dopo certe affermazioni i politici dovrebbero ritenersi fortunati se non vengono inseguiti e presi a randellate, piuttosto. Se solo potessero commentare le poco onorevoli gesta di alcuni politici del nostro tempo, le creature presenti nel volume di Koveos, illustrato con i disegni di Federico Lucidi e con la prefazione di Mario Tozzi. Eroi bestiali che sono esistiti davvero. Che raccontano le debolezze degli uomini, sempre comunque esistite. Le mucche del dio Sole, le mule di Nausicaa, le oche di Penelope, i porci della maga Circe, il ronzino di Terzite, le famose Sirene e appunto le eroiche pecore trucidate da Aiace. E poi i cavalli, senza i quali nessuna guerra sarebbe stata combattuta, soprattutto quella di Troia. Battaglie infinite, dove la mattina vincevano gli Achei, il pomeriggio la spuntavano i Troiani e ogni sera era pari e patta. E il giorno dopo si ricominciava da capo. E alla fine, per uscire dallo stallo, venne richiamato Agamennone. Una sorta di Agamennone bis, insomma. E sembra proprio di rivivere le battaglie parlamentari dei giorni scorsi in Italia. Stessa giostra e stesso epilogo. Sono passati migliaia di anni dalla guerra di Troia, ma dall’Agamennone bis al Mattarella bis è stato un attimo. E se invece di avventarsi su amatriciane fumanti i nostri politici, grandi elettori, avessero dato uno sguardo all’opera di Koveos avrebbero scoperto che con il loro Mattarella bis non hanno inventato nulla. Ma che ne sanno dall’Agamennone bis, queste “figurette” che si sono accapigliate, insultate e aggrovigliate per una settimana a Montecitorio facendo a cazzotti pure con il congiuntivo. Ma guai a dire a questi “sapiens” che in “Eroi bestiali” per l’autore uomini ed animali sono sullo stesso piano. Potrebbero addirittura offendersi.