Potrà forse anche sembrare irriverente, e magari fuor di luogo l’accostamento, ma appena ho letto il testo dell’ordinanza del ministro della Sanità di domenica 16 agosto (e del governo tutto con lui), subito mi è balenato alla mente quell’esilarante e famoso film di Totò dal titolo simile a quello che ho dato a questo pezzo. Se infatti andate a leggere l’ultimo “parto” di questo governo … Oddio, più che parto, e cioè l’epilogo di una naturale gravidanza che porta alla luce un esserino vivente e vitale, che comunemente chiamiamo bambino … almeno fino a che a qualche illuminato non verrà la brillante idea di trovarne un altro … tipo genitore 1 e genitore 2, quella firmata da Speranza (nome evocativo …) sembra più il frutto di un’interruzione di una gravidanza, e penso non lo troverete poi così inopportuno quel titolo.
E sì, perché la prosa utilizzata dai solerti e diligenti redattori del testo ricordano davvero quel fraseggio sgrammaticato e scoordinato, e però divertentissimo, tra Totò e Peppino De Filippo, mentre scrivevano la ormai famosissima lettera alla “malafemmena”, insidiatrice del loro amato nipote, che era … “studente che studia”.
Stavolta i democratici governanti, quelli che si stanno dannando l’anima (e mi sa tanto che, se davvero, come io sono convinto, un Padreterno c’è, al posto loro non starei tanto tranquillo come ostentatamente cercano di far credere, l’hanno veramente fatta fuori dal vaso …
È partita in tromba, come sempre in questi casi, la campagna di sostegno e legittimazione da parte del mondo mediatico, che cerca di convincerci che quel che fanno lo fanno per il nostro bene, per tutelare la nostra salute … E tanto sono impegnati a difender la nostra salute che, viste le disposizioni che hanno impartito alle terrorizzate Forze dell’Ordine (un momento … terrorizzate solo se debbono fronteggiare un clandestino violento, magari stupratore, spacciatore o rapinatore, ma di rigorosa severità se invece hanno di fronte inermi cittadini che magari vogliono solo prender una boccata d’aria), … che ho il timore che, pur di tutelare la nostra salute … sarebbero pronti ad ucciderci tutti …
Ed hanno affinato la tecnica.
Messo da parte l’ormai abusato DPCM, e magari per spostare l’attenzione altrove, che hanno pensato ….
Grazie a un sicuramente casuale e incessante bombardamento mediatico, che non lascia respiro, dai tg ai quotidiani, alle trasmissioni tv e radiofoniche ai social, che raccontano all’unisono una realtà che vedono solo loro, e però del tutto lontana da quella vera, hanno posto un’altra pietra sulla strada che silenziosamente, e nottetempo, stanno costruendo giorno per giorno verso l’annullamento dei diritti fondamentali.
E così è nata quella cosa, pomposamente battezzata con il titolo di “ordinanza”, che come anticipavo mi ha riportato alla mente quella esilarante scena del famoso film di Totò, un mixtum compositum di ipocrisia, malafede e scientifica pianificazione, parte di un preciso disegno, mettendo da parte il facile sorriso che potrebbe far spuntare osservandone solo il lato comico, o forse tragi-comuco, sembra la plastica rappresentazione di uno spettacolo a cui ben pochi credo avrebbero mai pensato di poter vivere.
La costruzione del punto 1 del deliberato è semplicemente agghiacciante.
Ma come, in un momento storico in cui da tutte le parti si sentono voci che invocano la trasparenza, la chiarezza, la semplicità… si costruiscono norme (sì, avete ragione, stavolta ho esagerato a chiamarle norme, ma della loro natura ne riparleremo più in avanti), di una genericità sconcertante come questa?!
Ma ditemi, qual è il reale obiettivo?
Quello di Totò e Peppino era chiaro … far sorridere.
Il vostro no!
O forse sì …
Ma procediamo con ordine.
Se non sono in mostruoso arretrato con gli aggiornamenti, e pure questo è possibile, essendo io semplicemente un uomo, e quindi per definizione fallace, l’art. 85 T.U.L.P.S. dovrebbe essere ancora in vigore …. E quell’articolo è in una LEGGE, non in un’ordinanza ministeriale …
Pronto?
C’è qualcuno?
Un’ordinanza NON può abrogare una norma di Legge.
Ora, non voglio mettermi a dissertare sulla gerarchia delle fonti normative, che sono convinto, almeno su questi principi cardine dell’Ordinamento, più o meno tutti conoscano, e voglio far notare che il solo buon senso possa far capire che una norma di grado minore non può incidere su una di un grado maggiore.
Bene, così è, o forse dovrebbe dirsi sarebbe, perché questi qui, se ne infischiano altamente, ed è esattamente quello che stanno facendo reiteratamente da qualche mese!
Ma non basta ancora, perché qui il problema più grande è un altro.
C’è, nonostante le assai originali idee del professore chiamato a un incarico per il quale, almeno io, non lo vedo affatto tagliato, e che mi fa rabbrividire la sola idea di cosa possa aver insegnato ai suoi studenti, un principio generale che forse costui ha dimenticato.
Quello di tipicità delle norme.
Che significa?
Semplicissimo… che una norma DEVE individuare specificamente e indicare chiaramente quali siano i comportamenti vietati, e non proporre enunciazioni generiche, lasciandone poi l’interpretazione alla libera fantasia di chi sul campo debba andarle ad applicare.
E però, la domanda che alla fine rimane senza risposta è una e una sola: chissà Cesare Lombroso, non dico studiandoli, che sarebbe troppo, ma solo guardandoli in faccia …. come li avrebbe inquadrati questi qui?