I risultati delle ultime elezioni tenutesi in Venezuela lo scorso 15 ottobre sono stati messi in forte dubbio da numerosi analisti ed esperti che reputano sospetto tutto l’iter elettorale, dalla campagna di avvicinamento al voto allo spoglio delle schede.
La Mesa de Unidad Democrática (MUD) ha denunciato numerosi brogli rilevati ai seggi elettorali e ha respinto gli esiti della consultazione. I risultati, scontati, hanno visto la conquista di 17 seggi sui 23 disponibili da parte del Psuv, il Partito Socialista Unido del Venezuela del Presidente Maduro.
Il portavoce del Mud, Gerardo Blyde, a fronte degli esiti del voto, ha invitato i venezuelani a scendere nuovamente nelle strade per continuare le proteste che da mesi sconvolgono il Paese sudamericano e hanno provocato circa 130 vittime.
Fonti della stampa locale hanno posto in risalto numerosi rapporti che trattano dell’utilizzo intimidatorio dei “Los colectivos“, gruppi armati paramilitari coinvolti nei traffici del crimine organizzato, in combutta con funzionari di alto rango appartenenti al “Cartel de los Soles” e sostenitori del governo Maduro.
Il Cartel de los Soles, secondo fonti accreditate presso la stampa, comprenderebbe centinaia di elementi appartenenti alle forze armate venezuelane e alla Guardia Nazionale (GNB) dediti al traffico internazionale di stupefacenti provenienti dalle regioni di Apure e Zulia e dai confini con la Colombia.
La svalutazione della moneta locale, il Bolivar, avrebbe condotto i trafficanti a pagare i carichi di cocaina con spedizioni di armi o con l’offerta di partnerariato commerciale con i gruppi colombiani nei traffici transnazionali con l’Honduras, Santo Domingo o il Suriname, selezionati come teste di ponte per le spedizioni in Europa e Africa.
In Venezuela le persistenti gravissime condizioni economiche e della sicurezza hanno provocato un fenomeno di emigrazione convulsa di moltissimi cittadini verso Stati Uniti, Spagna e Italia, fornendo, inoltre, ai gruppi criminali della regione un’inaspettata offerta di lavoro a basso costo che ha alimentato il contrabbando di benzina e il traffico di esseri umani, soprattutto sul confine colombiano e fino a poco tempo fa quello brasiliano. Le scorrerie delle bande di confine hanno addirittura portato la città brasiliana di Pacaraima a essere sottoposta a assedio per impossessarsi dei beni locali, ricercatissimi in Venezuela.