La scorsa settimana l’opinione pubblica internazionale è stata scossa da alcune foto provenienti dalla capitale del Venezuela. A Caracas, infatti, le forze di sicurezza avrebbero sedato i partecipanti a una manifestazione pacifica con i gas lacrimogeni. Un giovane studente universitario ha perso la vita. La marcia è stata organizzata dall’opposizione che attraverso blocchi stradali ha diretto così la protesta contro il presidente socialista Nicolas Maduro.
Per le strade, le donne inginocchiate hanno cantato l’inno nazionale e sbattuto pentole e padelle da edifici vicini, come la tradizione vuole in questi casi di protesta pacifica, in uno spettacolo di rabbia contro un governo reo della carenza di cibo e medicinali.
Secondo alcuni attivisti le “bande filo-governative”, composte da 50- 100 ragazzi in bicicletta che si erano confusi nella mischia, avrebbero aperto il fuoco contro i manifestanti.
Chi sono i Los Colectivos
Da chi sono composte queste bande di ragazzi? Chi li finanzierebbe? Quali sono i loro scopi? Il loro appellativo è Los Colectivos, si riferisce ad un gruppo di persone che hanno interessi comuni, responsabili dell’attuazione di “strategie” adeguate, a loro dire, a ottenere un beneficio comune per la collettività. In Venezuela, se alcuni di questi gruppi organizzano servizi pubblici e ostenterebbero le loro opere nel sociale, altri sono violenti e armati, intimidiscono e rubano. In tutti i paesi dell’America Latina, le organizzazioni popolari sono state sempre sinonimo di “movimenti di sinistra”. Agli inizi degli anni 2000 in Venezuela, ad esempio, questi erano riconosciuti nei circoli bolivariani, ma già negli anni sessanta erano presenti sul territorio.
Gli obiettivi del collettivo
Tuttavia, è importante sottolineare che ogni gruppo all’interno de Los Colectivos ha forme e obiettivi diversi, che vanno dal lavoro sociale alla propaganda politica fino alle azioni paramilitari. L’ascesa di questi gruppi in Venezuela senza dubbio è aumentata con l’arrivo al potere dell’ex presidente Hugo Chávez e della Rivoluzione Bolivariana.
Nel lontano 2011, i movimenti sociali erano circa 10.800, composti da circa 35.500 persone. Secondo le affermazioni del governo e dei suoi sostenitori, lo scopo di questi gruppi è principalmente quello culturale, ideologico e pacifico. Ci sarebbero però prove convincenti che collegherebbero alcuni dei membri di questi gruppi al controllo politico e alla violenta repressione delle proteste pacifiche che hanno generato, nel 2014, circa 33 morti e circa 1.700 detenuti.
Chi finanzia questi gruppi
Tra “Los Colectivos” spicca la presenza dei Tupamaros, definiti come il braccio armato del Chavismo. Si tratta di un’organizzazione politica la cui tendenza è marxista – lenilista, e il cui nome si ispira al gruppo uruguaiano dei Tupamaros, un’organizzazione di “guerrilla” urbana. Le origini di questo gruppo venezuelano risalgono al 1989, dopo il Caracazo. E nel 1998 hanno sostenuto la candidatura a presidente Hugo Chávez.
I gruppi a Caracas non solo hanno ricevuto armi da parte del governo, come ha denunciato l’opposizione, ma sono stati anche dotati di motocicli, apparecchiature di comunicazione, sistemi di sorveglianza e tutta l’autonomia di esercitare il controllo e l’autorità sulle colline di Caracas. Come ben spiegato da El Pais Colombia, si sono diffusi in tutto il paese con l’approvazione del governo e la complicità delle forze armate, attaccando e minacciando coloro che esprimono il loro disaccordo con il modello socialista che ha lasciato l’ex presidente Chavez.
Importante sottolineare che la nuova legge per “il disarmo e armi e munizioni di controllo”, non ha inserito alcuna disposizione per impedire la creazione di gruppi armati o per disarmare quelli già esistenti.
Interrogati sullo scopo essenziale di questi gruppi, tuttavia, i fautori sosterebbero di essere impegnati nell’educazione, nella politica, nella cultura, nello sport, nella musica, nella salute e nell’istruzione.