Il Governo venezuelano ha deciso l’ invio di circa 2.600 truppe nella regione occidentale di Tachira. L’obiettivo è chiaro: porre fine al ripetuto saccheggio di negozi e supermercati nell’area strategica e sedare le continue proteste anti-governative.
Lo Stato di Tachira
Lo Stato di Tachira confina con la Colombia ed è considerato geograficamente strategico. Del resto sono circa 200.000 i cittadini venezuelani che, negli ultimi mesi, hanno varcato questa frontiera per acquistare beni alimentari e prodotti per l’igiene, oramai introvabili in Venezuela. Alberghi, locande e ostelli che sorgono nelle zone frontaliere sono state presi d’assalto. Chi non ha trovato posto ha dovuto arrangiarsi e dormire in tenda. Il flusso crescente è attirato dai prezzi accessibili, dall’abbondanza dei prodotti e dall’assenza di code chilometriche. Nella capitale, San Cristobal, la maggior parte dei negozi e delle imprese sono attualmente chiusi e sorvegliati da soldati. I cittadini, pertanto, hanno saccheggiato negozi per l’approvvigionamento di diversi articoli compresi caffè, pannolini e olio da cucina. Diverse le vittime, tra cui un ragazzo di 15 anni, morto in ospedale. Un diciassettenne e una persona di circa trent’anni sono invece morti durante gli scontri.
I numeri della protesta
Dall’inizio di aprile sono 60 i morti nel paese. Tutti a seguito delle proteste nate per porre fine alla crisi economica che sta devastando il Venezuela, crisi caratterizzata anche dalla continua violazione dei diritti umani da parte del Governo, anche nei confronti di numerosi prigionieri politici. Queste violazioni sono state più volte indicate dalle varie associazioni umanitarie internazionali.
Il presidente Nicolas Maduro continua ad accusare l’opposizione di incoraggiare la violenza sollecitando i cittadini a scendere nelle piazze, cosa del tutto naturale date le condizioni tragiche in cui versa il paese. Di recente, il ministro della Difesa, Vladimir Padrino Lopez, ha dichiarato di aver ordinato il trasferimento di 2.000 guardie e 600 truppe appartenenti ai corpi speciali. Il ministro ha dichiarato che il dispiegamento in Tachira era già parte del progetto “Plan Zamora“, il cui scopo era quello di sedare la grave situazione. La prima parte dello stesso è già stata attuata nello Stato di Carabobo, e ha coinvolto una maggiore presenza di truppe pesantemente armate e di poliziotti che hanno sedato i saccheggi violenti. Il ministro Lopez ha cercato di rassicurare i venezuelani, sostenendo che le forze armate non useranno armi contro i civili e non porterebbero al seguito pistole e mitragliatrici. Il governo, infatti, fa ricadere sui suoi oppositori la responsabilità delle morti avvenute durante le recenti proteste in tutto il Venezuela.
La scorsa settimana, lo stesso presidente ha esteso lo stato di emergenza economica a livello nazionale. Infatti l’inflazione oramai ha quasi raggiunto il 700%. Il decreto, emanato di recente, attribuisce a Maduro ulteriori poteri per altri 60 giorni, compresa la possibilità di imporre misure di sicurezza più severe.
Il capo dell’opposizione, Henrique Capriles, tuttavia, ha risposto invitando i suoi sostenitori a recarsi in piazza e protestare “più che mai”. Le recenti insurrezioni non violente e di piazza sono state scatenate da un tentativo della Corte Suprema di assumere poteri nei confronti di quella opposizione vincitrice nelle elezioni di Dicembre. Le prossime settimane dunque saranno miliari per il futuro del paese.