A cura di Veronica Di Benedetto Montaccini
Cosa succede se nella città dove movimenti xenofobi come Pegida sono più radicati, la cultura islamica viene proposta nelle università? Un putiferio. Ed è esattamente quello che sta accadendo a Dresda, nella Germania dell’est, dove la Volkshochschule, l’Università popolare, ha inserito tra i corsi 2018 quello intitolato “Dress code del mondo musulmano”.
Le polemiche su Facebook
Una proposta infelice, che ha suscitato polemiche veramente da ogni fronte. Da una parte l’associazione Pegida, “Europei patriottici contro l’islamizzazione dell’Occidente”, è pronta a manifestare sotto l’università. Ma anche nel mondo musulmano, sono state sollevate delle criticità. A far partire le polemiche virali sui social è stato nei giorni scorsi il magazine Bild che in un articolo ha accomunato il corso a lezioni di “taglio e cucito”. A quel punto, l’istituto è stato travolto da insulti.
L’attivista per i diritti delle donne musulmane Seyran Ates non accetta questo corso. “Con il lessico utilizzato nella descrizione del programma, le visioni del mondo sono acriticamente ridotte. Propongono di indossare il burqa senza dare conto delle discriminazioni di genere “, ha tuonato la femminista al quotidiano “Bild”. Inoltre, i musulmani che hanno “deciso di non indossare copricapo e abbigliamento occidentale moderno non esisterebbero secondo il contenuto del corso”. Anche Jörg Kiesewetter, portavoce politico per l’integrazione del gruppo parlamentare della CDU, è tagliente: “Questo corso è pieno di ingenuità. Vogliamo una società in cui possiamo guardarci negli occhi e non dobbiamo imparare a coprire”.
La risposta della Volksshochschule
Arrivata attraverso un comunicato è chiara: secondo loro l’iniziativa è utile soprattutto agli operatori umanitari in contatto con i rifugiati musulmani. “Non riusciamo a capire perché Bild abbia scritto un articolo del genere – afferma il direttore dell’università popolare su Facebook – Noi vogliamo che i nostri alunni comprendano gli aspetti controversi della questione e non obblighiamo nessuno ad indossare alcunché”.
Cosa significa indossare il velo
I partecipanti al corso dovrebbero anche essere in grado di acquisire esperienza pratica. C’è la possibilità di provare un burqa da soli. Soprattutto il tono della descrizione del programma solleva delle domande. Sono presenti frasi come: “I copricapo colorati ti incuriosiscono?” o “Nel corso vengono mostrati la pratica, l’origine e il significato dei singoli codici di abbigliamento e possono anche essere praticamente provati (come ci si sente con un burka?)”. Sembra che il corso riguardi più degli aspetti tecnici, creativi e esotici e meno le visioni del mondo associate al copricapo.
Il clima delle manifestazioni anti islamiche
In realtà non è la prima volta che l’Università popolare tiene corsi del genere, dato che l’iniziativa ha preso piede nel 2013. Ma questa volta è diverso, Dresda ora è la roccaforte dei movimenti xenofobi come Pegida. Dall’attentato alla rivista satirica Charlie Hebdo di Parigi, il 7 gennaio 2015, a Dresda si verificano manifestazioni di protesta contro gli stranieri e gli islamici a cui partecipano ogni volta oltre le 25mila persone. I cortei sono organizzati sempre da Pegida. In questo clima di tensione anche una lezione all’Università popolare può spostare le reazioni di pancia dell’opinione pubblica tedesca.