L’università Roma Tre apre le porte alla Cattedra per la Pace. L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi presso l’ateneo romano dove si è tenuta la Conferenza internazionale per la presentazione di “Abdulaziz Saud al Babtain chair for peace” alla presenza di Luca Pietromarchi, Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre, Luigi Moccia, presidente del Centro d’eccellenza ‘Altiero Spinelli’ di Roma Tre, Abdulaziz Saud Al-Babtain, presidente dell’Al-Babtain Cultural Foundation.
Promossa dalla Al-Babtain Cultural Foundation (Kuwait) in collaborazione con il Centro di eccellenza Altiero Spinelli (CeAS) dell’Università Roma Tre e con altri partner, tra cui l’International peace institute di New York e la Società italiana per l’organizzazione internazionale, la conferenza ha lanciato “Al-Babtain Chair for Peace”, come spiegato in un comunicato stampa dal professor Luigi Moccia (CeAS): “La Cattedra per la Pace, iniziativa sostenuta dalla Al-Babtain Cultural Foundation, si colloca nell’ambito di un progetto presentato dalla Fondazione stessa all’Assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso settembre, intitolato ‘Culture of peace for the security of future generations’, allo scopo di sensibilizzare la comunità internazionale, gli Stati membri, le istituzioni e le organizzazioni non governative per promuovere e sviluppare progetti educativi e culturali basati sulla pace nei programmi e nei materiali educativi e di studio nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università in particolare. Il progetto prevede che le prime azioni abbiano luogo a partire dall’Europa. La scelta dell’Università Roma Tre come sede di lancio dell’iniziativa, oltre che legata all’alto valore simbolico della città di Roma nello scenario dei rapporti tra Europa e mondo mediterraneo e medio-orientale in generale, si spiega anche per via di una precedente attività di cooperazione, avviata sin dal 2012, tra la Fondazione Al-Babtain e il CeAS sui temi della pace e del dialogo interculturale. La Cattedra per la Pace vuole essere un punto di riferimento aperto alla collaborazione con il mondo universitario, come pure con le istituzioni e organizzazioni della società civile, allo scopo di sviluppare una ‘cultura per la pace’ incentrata sull’esigenza di favorirne la diffusione soprattutto presso i giovani e per un futuro migliore di sviluppo sostenibile”.
Come inoltre evidenziato dallo stesso comunicato stampa, “il processo di globalizzazione comporta tante opportunità come i rischi e le sfide, particolarmente esigenti per le giovani generazioni. In questo contesto, le università, le istituzioni governative, le Ong e la società civile in tutto il mondo, devono intensificare scambi, dialoghi, relazioni e sviluppare sforzi per una cultura della pace come fattore chiave per raggiungere non solo una maggiore e migliore comprensione tra i popoli, ma anche prospettive più realistiche in termini di obiettivi educativi per la formazione di nuove generazioni di leader, di fronte alle sfide che un mondo comune di pace porta con sé”.