“Bambine, non spose”. Un titolo dai toni imperativi quello dell’ultimo convegno organizzato a Roma dall’Unicef, in onore della “Giornata mondiale delle Bambine e delle Ragazze”. Ad oggi, infatti, i dati riportati risultano ancora sconcertanti: 700 milioni di donne nel mondo, poco più che ragazzine, sono state date in spose prima dei 18 anni. Durante l’incontro è stato presentato il nuovo programma operativo che ha come obiettivo quello di proteggere, istruire e valorizzare nei loro luoghi d’origine, le bambine e le ragazze della Giordania, dell’Eritrea, del Niger, del Ghana e del Bangladesh.
Ogni anno 15 milioni di matrimoni hanno per protagonista una minorenne. Una volta su tre si tratta di una bambina al di sotto dei 15 anni. L’India, con il 47%, registra il numero più alto di spose bambine. Qui, dove questa arcaica usanza viene ancora perpetrata, le donne vengono promesse in spose fin dalla tenerissima età di 6 mesi. Ragazze a cui si nega di fatto il diritto ad un’ infanzia e ad un crescita fisica e mentale normale. Gravidanze precoci, violenze domestiche e diritti negati sono all’ordine del giorno. Come il diritto all’istruzione: solo 1 ragazza ogni 3 ragazzi frequenta la scuola secondaria.
Giacomo Guerrera, presidente dell’Unicef Italia ha sottolineato l’importanza di collaborare con le istituzioni di questi Paesi: “ Cerchiamo di intervenire e farci conoscere prima di tutto con i governi dei paesi in cui operiamo – ha detto – Governi poco attenti, e lo dico in maniera bonaria, alle violenze quotidiane che subiscono i minori. Siano esse spose bambine o ragazzi indifesi. Cerchiamo di informare e avvicinare attraverso centri specializzati le famiglie di queste ragazze che sono ancora vittime di pregiudizi arcaici e destinate in quanto donne, alla negazione dei diritti principali, quali l’infanzia e l’istruzione”.
Susan Namondo Ngongi, rappresentante Unicef in Ghana, ha dichiarato: “Il nostro lavoro sul territorio, riguardo il dramma delle spose bambine, è andato via, via concretizzandosi. Le cose sono molto migliorate anche se, naturalmente, i problemi rimangono. Ora 1 ragazza su 5 si sposa prima di aver compiuto 18 anni. Prima, vent’anni fa il dato era 1 su 3. Piccoli, importanti passi in perfetta sintonia con le istituzioni. Il Governo accoglie favorevolmente i nostri aiuti, e anzi sta collaborando attivamente con noi finanziando una politica di prevenzione basata su più livelli. Questo aiuta ad arginare questa piaga sociale tutta al femminile”.
Presente all’evento, come testimonial d’eccezione, anche Emma Bonino. Con lei abbiamo approfondito il tema sulla strage dei bambini di Aleppo, in Siria. Secondo gli allarmanti dati riportati sempre dall’Unicef , il numero delle vittime ha raggiunto cifre paragonabili ad un genocidio. Partendo da questi dati sconcertanti abbiamo chiesto all’ ex ministro degli Esteri, chi vincerà le prossime elezioni presidenziali Usa: Donald Trump o l’agguerrita Hillary Clinton? Da uno di loro, infatti dipenderà poi il destino di molti , soprattutto in teatri di guerra come la Siria. “Non so quale sarà in futuro la posizione della Clinton in merito al conflitto siriano – ha spiegato – di certo ad oggi quella del suo avversario Trump non mi è ancora del tutto chiara. Ogni giorno infatti dichiara tutto e il contrario di tutto. La sua risaputa e spiccata introversione verso l’immigrazione e l’accoglienza mi fa in qualche modo intendere che non ci si possa aspettare granchè. La situazione ad Aleppo è ormai arrivata ad un punto tale che sarà difficile, almeno secondo me – ha aggiunto – trovare una soluzione adeguatamente risolutiva. Anche chi invoca l’intervento militare, credo con franchezza non capisca di cosa realmente stia parlando. In termini di forza militare l’Occidente può bombardare e far ripartire da zero le cose, ma cosa accadrebbe dopo? Le conseguenze che ne conseguirebbero sono da tenersi in alta considerazione. E su questo punto, mi sembra che da entrambe le parti ci sia una posizione univoca”.
Nel dettaglio alcuni dati sui diritti negati delle bambine e delle ragazze nel mondo:
– Le bambine tra i 5 e i 14 anni sono occupate il 40% in più del tempo, circa 160 milioni in più di ore al giorno, in lavori domestici non pagati e nel raccogliere acqua e legna rispetto ai bambini della stessa fascia di età. Le ragazze tra i 10 e i 14 anni in Asia Meridionale, Medio Oriente e Nord Africa sono occupate circa il doppio del tempo in faccende domestiche rispetto ai ragazzi. I paesi in cui le ragazze tra i 10 e i 14 anni subiscono in maniera sproporzionata il peso delle faccende domestiche rispetto ai ragazzi sono: Burkina Faso, Yemen e Somalia.
– Un bambino che nasce da una madre minorenne ha il 60% delle probabilità in più di morire in età neonatale, rispetto a un bambino che nasce da una donna di età superiore a 19 anni. E anche quando sopravvive, sono molto più alte le possibilità che possa soffrire di denutrizione e di ritardi cognitivi o fisici.
– Le donne rappresentano la metà della popolazione, ma costituiscono il 70% dei poveri. Si stima che un aumento del 10% di ragazze che frequentano la scuola, farebbe aumentare il PIL del 3%.
Ecco dove e come andrà ad operare l’Unicef a tutela di queste bimbe e ragazze nel mondo:
GIORDANIA – Progetto ‘Protezione delle bambine in emergenza’: Costo: 139mila euro l’anno; beneficiari: 550 bambine/ragazze all’anno. Oggi la Giordania ospita oltre 600.000 rifugiati siriani. Sono in costante aumento anche i matrimoni precoci, il lavoro minorile e il reclutamento nei gruppi armati di bambini e giovani. Secondo un rapporto Unicef del 2014, tra i profughi siriani i matrimoni precoci sono aumentati dal 13% nel 2011 al 25% nel 2013. In tutto il Paese, sia nei campi profughi sia nelle comunità di accoglienza, l’Unicef allestisce centri multi-attività dove i bambini vulnerabili e le loro famiglie possono trovare accesso a servizi educativi, di assistenza psicosociale e di protezione.
ERITREA – Progetto ‘Stop alle mutilazioni genitali femminili’: costo: 130mila euro per 30 villaggi; beneficiari: 22.500 persone di 30 villaggi. L’Eritrea è uno dei paesi dell’Africa subsahariana dove le mutilazioni genitali femminili sono più ampiamente praticate. Per contribuire ad abbandonare questa ed altre pratiche nocive (tra le quali si annoverano anche i matrimoni precoci), l’Unicef ha in programma di raggiungere 800 comunità. Le azioni previste includono: prese di posizione pubbliche, dichiarazioni e altre forme di pronunciamento pubblico. Campagne di sensibilizzazione e comunicazione nelle comunità. Rafforzamento delle competenze degli operatori incaricati di svelare e reprimere la pratica (forze di polizia, giudici).
NIGER – Progetto ‘Una scuola amica delle bambine’: costo: 84mila euro per una scuola amica; beneficiari: 180 bambine all’anno. Il Niger è attualmente considerato il Paese più povero al mondo. Tra le cause e gli effetti principali di questo primato negativo vi sono l’86% di analfabetismo diffuso tra le donne (rispetto al 58% tra gli uomini) e i matrimoni precoci cui seguono immediatamente gravidanze precoci. Circa un quarto delle ragazze tra i 15 e i 19 anni si è sposata prima di aver compiuto 15 anni. Per promuovere la parità di genere e ridurre il numero dei matrimoni infantili in Niger, l’Unicef in collaborazione con le autorità competenti locali ha deciso di partire dall’istruzione, attraverso: la costruzione di “Scuole amiche delle bambine” che garantiscano standard minimi di qualità e parità tra maschi e femmine; la formazione degli insegnanti con enfasi sul miglioramento della qualità dell’insegnamento e la parità di merito; la fornitura di mobilie kit scolastici.
BANGLADESH – Progetto ‘Giovani imprenditrici’: costo: 100mila euro l’anno; beneficiari: 500 ragazze all’anno. Il 43% della popolazione sopravvive con meno di un dollaro al giorno. Dei suoi 160 milioni di abitanti, 56 milioni sono bambini e ragazzi. I matrimoni precoci sono un fenomeno molto comune: una bambina su tre si sposa prima dei 15 anni – di queste il 2% prima degli 11 anni – e il 60% diventa madre ancora minorenne. Da anni l’Unicef promuove il programma conditional cash transfer erogando finanziamenti per le ragazze adolescenti tra i 15 e i 18 anni di 15.000 taka (circa 185 euro) per avviare o consolidare piccole attività imprenditoriali. Le ragazze, inoltre, entrano a far parte di club di adolescenti dove nel confronto con le loro pari si rendono protagoniste nelle decisioni che riguardano la loro vita, diventando altresì modelli per le loro comunità e per gli altri adolescenti.
GHANA – Progetto ‘Ridurre la mortalità materno-infantile’: Costo: 200mila euro l’anno; beneficiari: 58.364 donne, 7.295 bambini. Nonostante alcuni progressi, il Paese non è stato in grado di ridurre significativamente la mortalità materna (380 su 100.000) e dei bambini sotto i 5 anni che rimane alta attestandosi a 60 su 1.000. Nel caso di partorienti in età al di sotto dei 18 anni, il tasso di mortalità materna è tre volte superiore rispetto alle gravidanze delle donne maggiorenni. Attualmente in Ghana il 27% delle donne si sono sposate prima del raggiungimento della maggiore età. L’Unicef sta promuovendo una maggiore accessibilità e fruizione dei servizi materno infantili nelle quattro regioni più povere del Paese (Northern, Upper East, Upper West e Central Region). Si punta a rafforzare i servizi di cura e prevenzione pre e post natale a favore di 1,1 milioni di donne in età fertile e 1,8 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni.
I matrimoni precoci sono una grave violazione dei diritti umani e rappresentano una delle maggiori forme di abuso sessuale e di sfruttamento delle bambine. Assicurare un’adeguata istruzione, sradicare la povertà in modo adeguato è di certo un passo avanti verso l’indipendenza di queste bambine che rischiano, ogni giorno e sulla propria pelle, di diventare donne “adulte” troppo presto.
Finlandia, Svezia, Finlandia, Norvegia e Italia (che si classifica decima nella lista, e prima di Spagna e Germania) sono invece i Paesi migliori dove una bambina deve augurarsi di nascere e crescere.
Credits : Mary Tagliazucchi. Riproduzione vietata