La legge per bloccare le attività delle Ong e di George Soros arriva in Parlamento. Viktor Orban, premier dell’Ungheria, porta avanti il suo progetto contro le organizzazioni non governative che si occupano di immigrati. Il pacchetto di leggi presentato oggi è stato chiamato “Stop Soros”. Un nome che chiarisce l’obiettivo del governo ungherese: impedire al miliardario filantropo americano-ungherese di continuare a finanziare le attività delle Ong. Orban accusa Soros di agevolare l’invasione straniera del Paese magiaro da parte di clandestini indesiderati, soprattutto quelli di fede musulmana.
Per questo, il piano presentato oggi pone una serie di limiti e vincoli alle organizzazioni. Una vera e propria dichiarazione di guerra annunciata già nei giorni scorsi. Il disegno di legge fa parte di un piano anti-immigrazione portato avanti dal premier Orban durante la sua campagna elettorale. Il flusso di immigrati, sempre secondo il primo ministro ungherese, mira a destabilizzare l’Europa ed è stato alimentato da Soros proprio attraverso i finanziamenti alle Ong.
Orban, a capo del partito conservatore Fidesz, rifiuta il multiculturalismo e ritiene che sia necessario preservare e difendere le radici cristiane. La presenza di immigrati musulmani, quindi, rappresenterebbe una minaccia per la sicurezza nazionale.
Il pacchetto ‘Stop Soros’, dunque, prevede pene severe, limiti e tassazione al 25% su finanziamenti che arrivano dall’estero per tutte quelle organizzazioni non governative che verranno considerate alla stregua di “agenti stranieri”. Ma non solo. Le Ong dovranno fornire i propri dati al tribunale competente per zona, che provvederà a dare o meno il proprio assenso alle iniziative. Verrà, inoltre, istituita una zona dedicata alla detenzione di clandestini a una distanza di 8 chilometri dal confine ungherese.
Il messaggio di Orban è chiaro dunque e, stando a quanto emerge da alcune analisi politiche, potrebbe garantirgli un terzo mandato al governo del Paese dopo le elezioni di aprile.