La guerra in Ucraina chiama in causa Israele che, al momento, pare abbia scelto una linea morbida che cerca nella diplomazia la strada per la risoluzione del conflitto. Le esigenze di tutela degli ebrei ucraini devono fare i conti con le storiche e solide relazioni con la Russia, anche per via delle trattative riguardo al nucleare iraniano. Mosca, a tal proposito, è un partner fondamentale per Gerusalemme.
Durante il discorso del presidente ucraino Zelenszky alla Knesset, trasmesso anche su maxi schermi a piazza Habima a Tel Aviv, la folla ha osannato il premier, di origini ebraiche, a continuare la lotta contro gli invasori russi. Un tripudio di bandiere ucraine ha accompagnato il discorso corredato da slogan contro il Cremlino. Zelensky ha paragonato l’invasione nazista dell’Europa all’invasione russa di oggi. “Non posso fare un parallelo tra quello che avete passato e quello che succede. Ma il Cremlino usa la terminologia del partito nazista. I nazisti non volevano lasciarvi nulla, i russi vogliono fare lo stesso con noi”. Pur senza paragonare l’Olocausto agli attuali bombardamenti russi, secondo il presidente ucraino “l’esercito russo ha ucciso migliaia di persone. Provocato milioni di senzatetto. Il nostro popolo vaga per il mondo e cerca di vivere in pace, proprio come cercava il vostro popolo. Questa è una guerra ingiusta, il popolo russo ci sta distruggendo e il mondo sta guardando”.
La posizione del governo di Gerusalemme appare ormai chiara. Il Premier Naftaline Bennet, dopo i colloqui avuti con il presidente Putin, avrebbe perso ogni speranza per una seria mediazione che riporti equilibrio e moderazione nella zona. Prima conseguenza dei colloqui è stata la comunicazione ufficiale alla Russia delle collocazioni diplomatiche di Israele in Ucraina, a scanso di “errori di tiro”.
L’aiuto di Israele si è concretizzato con l’inaugurazione di un ospedale da campo israeliano, “Kochav Meir”, in Ucraina, segno tangibile di uno spostamento dell’asse delle alleanze, o quantomeno, del sostegno diplomatico. Secondo il professor David Dagan, capo della delegazione in Ucraina, “siamo qui per essere la stella che illumina il percorso dei rifugiati bisognosi di assistenza medica”.
Sul fronte militare, nuovi F-35 sono in viaggio verso Israele e, attualmente in scalo in Europa per giungere domani nel Paese ebraico, vanno ad aumentare la flotta di aerei stealth dell’Air Force a 33.
Oltre a tutto ciò, Israele è impegnato nel vertice tripartito con Egitto e Emirati Arabi Uniti come continuazione diretta degli sforzi per promuovere una strategia di difesa comune contro Teheran. L’incontro dei leader dei Paesi a maggioranza sunnita e di Israele a Sharm El Sheik promuove, tra l’altro, un sistema congiunto di difesa aerea contro missili e droni. Coinvolti anche Bahrain e, indirettamente, l’Arabia Saudita. In ultimo, la società israeliana Elbit fornirà alla Svezia munizioni di precisione per i carri armati con un contratto da 27 milioni di dollari.
In risposta, con estrema arroganza, la Russia ha assoldato 800 miliziani di Hezbollah per la guerra in Ucraina. Secondo la “Novaya Gazeta,”, il primo gruppo di 200 combattenti dovrà arrivare in Bielorussia la prossima settimana, per poi entrare in Ucraina e combattere per la Russia. Ogni combattente verrà pagato 1.500 dollari al mese, sulla base di un accordo raggiunto tra la società militare privata russa Wagner e i vertici di Hezbollah.