E poi accade anche che un drone impazzito precipita in Croazia, proveniente dai cieli dell’Ucraina martoriata dalla guerra scatenata dalla Russia. Già, anche questi sono gli effetti di una guerra oramai fuori controllo.
Alle 23 di ieri sera la quiete di Zagabria è stata rotta dallo schianto di un velivolo sconosciuto che è piombato al suolo in una zona, fortunatamente deserta, del rione di Jarun, vicino al dormitorio studentesco di Stjepan Radić.
Secondo le prime ricostruzioni degli esperti, il velivolo senza pilota avrebbe sorvolato l’Ungheria per circa 40 minuti prima di arrivare nello spazio aereo croato, per poi dopo poco meno di 7 minuti schiantarsi a terra, probabilmente perché a corto di carburante.
Potrebbe trattarsi di un drone da ricognizione Tupolev Tu-141, reintrodotto in servizio nel 2016. Si tratta di un velivolo che ha debuttato nell’Armata Rossa sovietica e con diversi suoi alleati del Patto di Varsavia e del Medio Oriente alla fine degli anni Settanta e Ottanta. Dal 1979 al 1989, il Tu-141 è stato impiegato dall’URSS principalmente ai confini occidentali dell’Unione Sovietica.
Il Tu-141 era l’evoluzione tecnologica del Tupolev Tu-123, un drone da ricognizione a medio raggio relativamente grande. È stato progettato per intraprendere missioni da ricognizione che si estendevano per centinaia di chilometri dalle linee del fronte a velocità transoniche. Sarebbe in grado di trasportare una vasta gamma di tecnologie da ripresa: fotocamere a pellicola, imager a infrarossi, imager EO e radar di imaging.
Come per i precedenti progetti Tupolev, aveva un’ala a delta montata posteriormente come un dardo, canard montati in avanti, e un motore a turbogetto KR-17A montato sopra la coda. Veniva lanciato da un mezzo a rimorchio, utilizzando un booster a propellente solido, e atterrava con l’aiuto di un paracadute montato in coda. La sua autonomia massima pari a 1000 Km, confermerebbe che sia precipitato proprio per aver terminato il carburante.
L’incidente avvenuto è comunque un evento molto grave. È certamente inverosimile che nessuno si sia accorto di questo velivolo mentre sconfinava nello spazio aereo, prima dell’Ungheria e poi in quello croato, attraversando indisturbato due paesi della Nato.
Un clima di panico si è abbattuto sui cittadini della Croazia, mantenuto a stento sotto controllo dal leader politico Milanovic, che li ha rassicurati sul fatto che l’incidente non è un attacco diretto contro la Croazia. “… Dobbiamo indagare su alcune questioni procedurali, su come ciò sia avvenuto, e perché un velivolo delle dimensioni di un aeroplano si sia schiantato al suolo dall’Ucraina a Zagabria …”, ha riferito alla stampa.
L’incidente richiama la forte dipendenza delle forze armate croate dagli alleati occidentali. Spetto sottolineato anche da Milanovic secondo il quale la difesa aerea croata “è tanto efficace quanto si investe in essa. Tutta la difesa aerea Nato est-europea è in condizioni mediocri, con l’esclusione forse della Polonia”.