“Con la designazione di Hichem Mechichi a premier incaricato si è aperto un nuovo capitolo delle travagliate vicissitudini politiche della Tunisia post-Primavera araba. Già ministro dell’Interno nel governo del dimissionario Elyes Fakhfakh, Mechichi è stato chiamato dal presidente Kais Saied a ricreare una maggioranza parlamentare a sostegno di un nuovo possibile esecutivo. Un compito questo assai difficile alla luce dell’alto tasso di frammentazione e litigiosità che domina l’attuale organo legislativo e, più in generale, i rapporti tra le istituzioni”. È quanto scrive Souad Sbai in un articolo pubblicato su Il Sussidiario.net. “Alle elezioni dell’ottobre 2019, i Fratelli musulmani di Ennahda si sono confermati come forza di maggioranza relativa – si legge – ma solo grazie alla cronica mancanza di un fronte laico e moderato unito, in grado di dar vita a un governo senza la compagine fondamentalista, relegandola finalmente all’opposizione. Dell’esecutivo di Fakhfakh, formatosi lo scorso febbraio dopo lunghe trattative, Ennahda era così l’azionista principale, all’interno di una coalizione variegata comprendente partiti rivali ideologicamente e in forte competizione politica sia tra di essi che con il primo ministro.
Clicca qui per continuare a leggere l’articolo
Foto Il Sussidiario.net