Dopo aver insanguinato Orlando, lo jihadismo è tornato a colpire la Francia. Una violenza che preoccupa e che ha acceso il dibattito su terrorismo e sicurezza su buona parte della stampa internazionale. Da Washington a Parigi, passando per Tel Aviv e Mosca, buona parte degli editorialisti sembrano concordare su un punto: questa contro il terrorismo islamico 2.0 sarà un guerra lunga e sanguinosa. Sulle colonne di Haaretz, storico quotidiano della sinistra israeliana, Amos Harel, tra i maggiori esperti del paese in materie di sicurezza e difesa spiega: “Sembra che stia emergendo un nuovo schema terroristico che governi e agenzie di sicurezza stanno iniziando solo ora a capire”. Secondo Harel sarebbe ora di mettere in discussione le vecchie tecniche di negoziazione privilegiando un approccio più pragmatico, che permetta alle forze di sicurezza di colpire il più veloce possibile.
Di tutt’altro avviso è il The Guardian. Per il quotidiano britannico, la nuova ondata di terrorismo di matrice islamica rischia di esasperare la già difficile convivenza tra europei e immigrati in buona parte d’Europa. In un video sull’edizione online del giornale, la scrittrice britannica, Reni Eddo-Lodge, avverte: “ Ci stiamo trasformando in una nazione di vigilantes a caccia di terroristi. La paura che si ripeta un attacco come quello dell’11 settembre o come quello di Parigi sta portando il Regno Unito a confondere il razzismo con il dovere civico”. Ma “essere sospettosi nei confronti dei musulmani non fermerà il terrorismo”.
Una preoccupazione condivisa anche dal New York Times. Il principale quotidiano statunitense torna a occuparsi della strage di Orlando, puntando il dito contro la vendita di armi. In un articolo apparso sulla sua edizione online, chiede ai senatori impegnati nella discussione di alcune misure sulla vendita sregolata di armi da fuoco, di non farsi influenzare dalla potentissima National Rifle Association e di superare le divisioni politiche tra Democratici e Repubblicani per una causa di interesse nazionale.
In Francia il clima è decisamente diverso. Principale bersaglio in Occidente delle azioni terroristiche dell’autoproclamato Stato islamico, il paese chiede con forza misure più incisive a tutela della sicurezza dei cittadini. Le Figaro, per esempio, chiede al governo maggiore attenzione contro il radicalismo islamico diventato endemico nelle periferie delle principali città. Eric Delbecque, direttore del dipartimento di intelligence strategica del Sifaris, sulle colonne del giornale parigino, attacca poi anche i media per come hanno coperto gli attacchi di Orlando e Parigi. Secondo Delbecque, il bombardamento mediatico, con video, testimonianze e dichiarazioni di circostanza post attentato, non aiuta la comprensione del fenomeno jihadista che viene derubricato come un qualsiasi altro atto di violenza. Una mancanza fatale da parte del circuito massmediologico che rischia di portare i cittadini alla completa saturazione e indifferenza.