Londra sprofonda nuovamente nell’incubo. A nemmeno due mesi di distanza dall’attacco a Westminster, che aveva ucciso 5 persone, e a due settimane dall’esplosione di Manchester, dove il conto delle vittime era salito fino a 22, il terrorismo colpisce ancora al cuore il Regno Unito. Sono 7 le vittime della notte di terrore di Londra, dove poco dopo le 22 ora locale (le 23 in Italia) un furgone bianco è piombato sulla folla di passaggio sui marciapiedi del London Bridge, travolgendo diversi passanti. Il van poi ha continuato la sua folle corsa fino al vicino Borough Market, dove si è finalmente fermato, e tre uomini sono scesi dal furgone accoltellando diversi passanti, tra cui un agente di polizia, con lunghe lame da cucina. I tre autori dell’attacco, che indossavano finte cinture esplosive, sono stati poco dopo uccisi a colpi di arma da fuoco dalla polizia.
Secondo una testimonianza raccolta dalla BBC, gli assalitori avrebbero urlato 10-15 volte: “Questo è per Allah!”
La polizia metropolitana di Londra ha confermato l’uccisione di 7 persone nell’attacco, mentre altre 48 hanno avuto necessità di cure ospedaliere. Non è stata ancora confermata l’identità di alcuna vittima.
Le indagini sono state subito prese in carico dall’unità antiterrorismo della polizia britannica, mentre il London Bridge continua a rimanere chiuso, insieme alla relativa fermata della metropolitana.
Il primo ministro britannico Theresa May ha esplicitamente parlato di attentato terroristico, ed ha convocato per la mattinata di oggi il comitato di emergenza, già riunitosi pochi giorni fa per l’attacco di Manchester. La tensione, già alta per la vicinanza del prossimo appuntamento elettorale nel Regno, è ad un livello critico.
Tra qualche giorno si vota. Sui social la richiesta di rinvio
Ed è proprio la vicinanza con il voto dell’8 giugno che ha spinto molti utenti su Twitter a chiedere di rinviare le elezioni. Attraverso l’hashtag #postponetheelection, infatti, moltissimi si sono espressi sull’eventualità di rimandare l’appuntamento elettorale, anche se il trend sembra quello della resistenza: “Non dobbiamo rimandare le elezioni. I terroristi VOGLIONO vederci cadere e vedere il governo in rovina. Non dobbiamo lasciare che questo accada”, scrive un utente, mentre un altro afferma: “Posporre le elezioni e lasciar vincere i terroristi? È uno scherzo… Le elezioni, la democrazia e la libertà non si fermano per nessuno”. D’altro canto, però, c’è anche chi sostiene l’inopportunità di andare a votare in un clima così teso: “Un altro attacco terroristico, come va a votare una nazione terrorizzata? Dovremmo forse rimandare il voto?”, scrive un’altra utente. Rimandare il voto sarebbe però, secondo diversi commentatori politici britannici, abbastanza improbabile se non impossibile, anche considerando l’elevato costo della macchina elettorale in moto ormai da alcune settimane.
Sia il primo ministro britannico conservatore Theresa May che il sindaco laburista di londra, Sadiq Khan, riportano di essere stati informati minuto per minuto sullo svolgersi dell’attacco e delle immediate indagini e soccorsi. In particolare il sindaco, figlio di immigrati pakistani e di religione islamica, ha definito gli attentatori come “codardi”, e ha dichiarato che “Londra non si farà mai intimidire”. Anche il presidente statunitense Donald Trump si è personalmente espresso, via Twitter, sull’accaduto, garantendo tutto il supporto possibile per aiutare Londra e il Regno Unito: “Siamo con voi. Dio vi benedica”, conclude il tweet, esprimendosi subito dopo con un altro cinguettio sulla necessità che il travel ban per tutti i cittadini provenienti da 6 Paesi a maggioranza musulmana per garantire “un livello di sicurezza extra”.
Attraverso i social si esprime anche Ariana Grande, la cantante al cui concerto era esplosa la bomba che a Manchester ha mietuto la vita di 22 persone, che scrive: “Prego per Londra”. Peraltro, proprio per domenica è previsto il suo “concerto contro la paura” insieme ad altri cantanti, come i Coldplay, che fino a questo momento hanno confermato l’intenzione di salire sul palco, nonostante tutto. Un modo come un altro per non arrendersi.