Al Qaeda colpisce in Tunisia. Un attacco di miliziani islamisti ha provocato la morte di almeno sei militari e numerosi feriti della guardia nazionale tunisina in località Ghardimaou, all’interno del governatorato di Jendouba nella zona nord ovest del paese nordafricano. I militari erano impegnati nel pattugliamento del territorio ai confini con l’Algeria. Secondo quanto appreso, la prima vettura, con a bordo cinque militari, è stata fatta esplodere con uno Ied (ordigno improvvisato), mentre la seconda auto è stata fatta oggetto di numerose raffiche di armi automatiche. Il commando terrorista ha subito fatto perdere le proprie tracce sottraendosi al rastrellamento compiuto dai rinforzi di polizia giunti sul luogo dell’attentato.
La rivendicazione di Al Qaeda
L’azione è stata rivendicata dalla Katiba ‘Uqbah ibn Nafi’, affiliata ad Al Qaeda nel Maghreb islamico, sigla tristemente nota nel panorama dello jihadismo mondiale che duella con Ansar al Sha’ria in una sorta di folle gara omicida condotta per la conquista di parti di territorio e, soprattutto per la Ghanima, il bottino di guerra ottenuto con le razzie a villaggi isolati individuati dopo azioni perlustrative del territorio. La Katiba ‘Uqbah ibn Nafi’, dal nome del generale arabo che, in epoca Ommayade, guidò gli eserciti musulmani alla conquista del Maghreb, è composta da elementi tunisini ed algerini ed opera prevalentemente nelle zone di confine tra i due Paesi al fine di sottrarle al controllo delle forze di sicurezza
Già nel febbraio di quest’anno, infatti, un tentativo di infiltrazione dalla frontiera con l’Algeria, in località Ain Soltane, poco distante dal luogo dell’attacco di ieri, era stato stroncato dalle forze di sicurezza tunisine.
La rivalità tra Isis e al Qaeda
La rivalità tra le fazioni fedeli all’Isis e quelle contigue ad al Qaeda, pare sia stata appianata con una sorta di spartizione dei territori di competenza, identificabili in quelli del nord del Maghreb spettanti ad al Qaeda nel Maghreb islamico e suoi aggregati, mentre la zona a sud dell’Algeria e della Libia “assegnate” ai miliziani di Ansar al Sha’aria fedeli ad Abu Bakr al Baghdadi. In estrema sintesi, verrebbe così a realizzarsi la strategia proposta da Hamza bin Laden, erede del defunto Oussama, che in più di un’occasione si è espresso per la realizzazione dell’unità (Tawhid) delle varie entità jihadiste allo scopo di ricreare un’unica, solida struttura di riferimento che, tralasciando la conquista di spazi territoriali, difficili da mantenere, possa riproporsi in chiave anti-occidentale trasferendo la jihad sul territorio nemico.