L’escalation tra Stati Uniti e Corea del Nord preoccupa la Cina. Il regime di Pyongyang continua a minacciare il mondo, se non verrà allentata la pressione internazionale sul suo programma nucleare. Kim Jong Un prova a mostrare i muscoli mettendo in piedi parate militari a cadenza settimanale e annunciando test missilistici a ripetizione. Washington, principale garante della difesa della Corea del Sud e del Giappone, ha avvertito Kim: “Risponderemo con raid a test atomici”.
L’impegno della Cina per allentare la tensione
Parole non certo rassicuranti che dimostrano il livello di tensione raggiunto nella penisola coreana. Nella disputa in corso tra nordcoreani e americani, la Cina si trova nel mezzo, a dover gestire una situazione che minaccia seriamente la propria sicurezza nazionale. Le notizie che arrivano dalla Corea del Nord occupano gran parte delle prime pagine di quotidiani e sono spesso la notizia di apertura dei telegiornali cinesi. Mentre sale la tensione, Pechino prova a fare da pacere:“La Cina ha proposto la sospensione simultanea delle attività della Corea del Nord per sviluppare armi nucleari e missili e quella di esercitazioni militari su larga scala”, ha spiegato il generale Shao Yuanming, ufficiale dello Stato maggiore dell’esercito cinese durante la VI Conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale.
Pochi giorni fa anche il presidente Xi Jinping aveva invitato il suo omologo americano Donald Trump alla moderazione e all’autocontrollo per non peggiorare una situazione già particolarmente delicata, in cui a farne le spese sarebbe proprio la Cina. La prossimità geografica al regime di Kim Jong Un rende la questione nord coreana una questione di primaria importanza per Pechino. Nonostante le relazioni Cina-Nord Corea siano storicamente amichevoli, negli ultimi anni la situazione è andata progressivamente peggiorando, complici i toni e le azioni aggressive del regime di Kim Jong Un. La Cina non è più disposta a tollerare una situazione di così grave incertezza ai suoi confini. Le sanzioni, l’atteggiamento nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e lo stop alle importazioni di carbone nordcoreano, sono solo l’inizio. Una Corea del Nord così esposta a livello internazionale è una minaccia per la sicurezza nazionale cinese, come dimostra il caso del sistema anti-missilistico Thaad installato in Corea del Sud dall’esercito americano.
Missili americani Thaad installati in Corea del Sud
Seul, storico alleato di Washington, ha accettato di ospitare batterie di missili Thaad per difendere il proprio territorio da possibili attacchi nordcoreani. Questa decisione ha suscitato, in Cina, un grande clamore sia a livello governativo che mediatico, portando a veri e propri boicottaggi di prodotti e catene di distribuzione sudcoreane nel Paese. I cinesi percepiscono i Thaad come una provocazione e una minaccia diretta. Insomma, secondo Pechino, il vero obiettivo degli Stati Uniti sarebbe il contenimento della Cina e non difendere Seul da improbabili attacchi di Pyongyang. In quest’ottica, quindi, una Corea del Nord esposta a livello internazionale giustificherebbe, agli occhi del mondo, la presenza non solo dei Thaad, ma anche delle truppe americane in Corea del Sud.
La questione del sistema anti missilistico americano in Corea, su gran parte dei quotidiani cinesi, è messa in stretta correlazione con l’escalation in Corea del Nord. Kim Jong Un da una parte e Donald Trump dall’altra, vogliono che Pechino prenda una posizione netta sulla vicenda. Un tranello nel quale la Cina non vuole cadere. Se la Corea del Nord dovesse cadere la Cina si troverebbe a gestire un vero e proprio disastro geopolitico, con la possibile riunificazione della penisola a vantaggio di una Corea del Sud allineata con Washington, e un esodo di nord coreani pronti a varcare il confine in cerca di fortuna. Un vero e proprio dilemma per Pechino, che non può nemmeno permettersi di mantenere lo status quo con un vicino così aggressivo che mette a rischio la sicurezza nazionale dell’Impero Celeste.
@alecaschera