La storia dell’umanità è stata contrassegnata da periodi bui che hanno portato a guerre, stermini e al genocidio per eccellenza, la Shoah del popolo ebraico per mano nazifascista durante la seconda guerra mondiale. Mai la nostra generazione avrebbe pensato di rivivere quanto avvenuto in quegli anni tragici della metà del secolo scorso, ma dal 7 ottobre 2023 siamo stati costretti a ricrederci.
Ancora una banda criminale, chiamata Hamas, é andata a cercare gli ebrei casa per casa, sterminando intere famiglie, uccidendo e decapitando neonati e bambini, stuprando donne ed assassinandole a sangue freddo, così come avvenuto con gli anziani, qualcuno di loro sopravvissuto ai lager tedeschi e freddato dai terroristi islamisti. E poi gli ostaggi, deportati a Gaza, picchiati, segregati, seviziati e solo il Signore sa vittime di quante e di quali violenze, in queste lunghe tre settimane di prigionia. Il tutto condito da una campagna mediatica fatta di video che ne hanno testimoniato le atrocità e le aberrazioni del genere umano, compiute con un sadismo difficilmente riscontrabile in precedenza.
E intanto nel mondo, passato lo sgomento delle prime giornate di cordoglio e di emozione, sono cominciati i primi distinguo, le ambiguità, le manifestazioni contro Israele ed in nome di una “causa palestinese” che non può e non deve essere rappresentata da fanatici criminali che nella loro nomenclatura vivono protetti e spensierati nel Qatar, tra lussi ed agi.
Tutto ciò mentre la propria gente soffre per la dittatura islamista, che attraverso i miliziani usa i civili come scudo umano nei centri abitati, nelle scuole, negli ospedali, nelle moschee ed é vittima della legittima reazione israeliana, con la quale lo stato ebraico cerca solo di neutralizzare i terroristi, coloro che hanno compiuto le stragi e stoppare i lanci dei razzi ancora persistenti sulle proprie città.
Ed in questa guerra é determinante il ruolo dell’informazione e soprattutto della disinformazione.
Emblematico il caso dell’ospedale di Gaza, colpito presumibilmente ed accidentalmente da un razzo della Jihad islamica e che Al Jazeera, televisione qariota megafono di Hamas, dopo pochi minuti attribuiva ad Israele, senza alcuna verifica delle fonti e della loro attendibilità, scatenando le piazze arabe in una rappresaglia contro le sedi diplomatiche israeliane, incendiate e devastate nelle capitali mediorientali.
La stessa BBC, prestigioso organo di stampa inglese, è stata costretta a scusarsi in una nota per essere caduta nella trappola della propaganda islamista, attribuendo precipitosamente responsabilità dell’accaduto senza avere certezze sulla veridicità delle notizie diffuse accusatorie verso l’esercito israeliano.
In Italia stiamo assistendo a manifestazioni di odio antisemita senza precedenti, come accaduto a Milano nei giorni scorsi con il coro “Apriamo i confini per uccidere gli ebrei” scandito in un corteo, mentre a Bologna, il giorno dopo, il cartello “Rivedrete Hitler all’inferno” svettava alto tra la folla in un’altra manifestazione. Ed a Roma stessa litania con la perla finale della bandiera di Israele strappata dal pennone della FAO, sede di una delle agenzie di quella Onu che in maniera farsesca si esprime ormai da decenni con mozioni a senso unico, condannando costantemente Israele e che drammaticamente sparge il suo veleno contro quel paese attraverso le parole deliranti del suo segretario Guterres, fiancheggiatore morale di Hamas, del quale giustifica implicitamente le azioni.
Come si fa a ritenere questi episodi adesione legittima alla causa palestinese e non invece deflagrazioni di odio antiebraico, di stampo tipicamente nazista, che rischiano di riportare indietro il nostro paese agli anni terribili delle leggi razziste e della caccia all’ebreo, come è avvenuta il 7 ottobre nelle città e nei kibbutzim del sud di Israele? Come accaduto qualche sera fa all’aeroporto in Daghestan, all’arrivo di un volo da Tel Aviv e per pura casuale fortuna con risultati meno drammatici, ma con la stessa voglia di sopprimere l’ebreo. Le stelle di Parigi un nuovo monito come l’incendio di Vienna al cimitero ebraico. Ed a Roma pietre di inciampo in memoria delle vittime della Shoah con la volontà di cancellarne l’identità ed il ricordo e magari rinverdirlo con nuove vittime in nome del livore contro gli ebrei.
Orde di barbari che manifestano il loro odio antiebraico, come sta avvenendo anche in altre città europee, negli USA, in Asia e Africa, finanche in Australia, in preda ad una follia collettiva e al delirio, non si rendono conto che non stanno manifestando per una giusta soluzione per il popolo palestinese, perché possa vivere in pace accanto ad Israele, ma inneggiano ad una organizzazione terroristica e a chi, nel suo statuto, si prefigge di sterminare gli ebrei e gli infedeli, tra i quali i cristiani, e non ha altro obiettivo che l’islamizzazione forzata del mondo.
Gli schieramenti sul campo dovrebbero far riflettere chi ancora ha dubbi sul come collocarsi.
Da una parte c’è Israele, unica democrazia di quell’area di mondo sostenuta dalle democrazie occidentali,Usa e Gran Bretagna in testa, con grande solidarietà da parte della Germania, della Francia, della Unione Europea (a fasi alterne) e del nostro paese, l’Italia. Sul fronte opposto a sostenere e foraggiare Hamas il ricchissimo Qatar, la tirannia teocratica dell’Iran degli ayatollah che da mesi reprime nel sangue e nella violenza la voglia di libertà dei giovani del proprio paese, la Russia di quel gentiluomo di Putin che da oltre un anno aggredisce l’Ucraina senza distinguo tra soldati e civili e soffoca ogni libertà di vita e di espressione nel proprio paese e la Cina, la dittatura più dispotica e repressiva attualmente attiva a livello planetario. Per non parlare del gioco ambiguo e sottile di un altro signorino come Erdogan, che con la sua Turchia il giorno prima si propone “mediatore” tra le parti ed il giorno dopo, con pose e movenze hitleriane, trasforma la piazza di Istanbul nella rivisitazione della Berlino del 1938 e si schiera apertamente e senza indugi con i terroristi definendoli partigiani e liberatori. Un invasato alla guida di un grande paese come la Turchia.
Ed oggi attendiamo le parole “illuminanti” del leader di Hezbollah Nasrallah per capire se siamo all’inizio della Terza Guerra Mondiale commissionata dall’Iran.
Questo lo scenario, questi i tempi bui che ci aspettano ed intanto, una parte dei nostri giovani universitari, le future classi dirigenti del nostro paese, sfilano in corteo con bandiere palestinesi e striscioni carichi di livore, inconsapevoli strumenti della propaganda di una organizzazione che vuole solo morte e distruzione e che risponde al nome di Hamas. E ad Harvard, alcuni di quelli che saranno i futuri presidenti degli Stati Uniti d’America tra qualche lustro, fanno altrettanto.
Mala tempora currunt